7 domande a Lo Psicologo Zen, tra mindfulness e accettazione di sé

Marianna Di Pilla  | 07 Mar 2024
Intervista  lopsicologozen, domande e risposte con il dottor Antonio Antefermo

Se ancora non lo segui sui social, forse dopo aver letto questa intervista scoprirai che è il momento di cercare e seguire @lopsicologozen. Sono già 128.000 i followers che conta su Instagram, e che ogni giorno ricevono consigli e tecniche pratiche utili ad affrontare disagi e problematiche che possono maturare in ciascuno di noi.

Antonio Antefermo, domande e risposte con Lo Psicologo Zen

Noi di Amando.it abbiamo fatto 7 domande al dottor Antonio Antefermo per conoscerlo meglio, e questo è quello che ci ha raccontato su di lui e sul suo percorso e approccio professionale. E  abbiamo scoperto un mondo in cui psicologia, mindfulness, arti marziali e filosofie orientali si incontrano.

Buona lettura!

  1. Come e quando nasce Lo Psicologo Zen?

 

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Lo Psicologo Zen nasce dall’idea di coniugare le antiche pratiche della mindfulness e della meditazione Zen con gli approcci moderni della psicologia, in particolare l’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) e gli approcci basati sulla mindfulness.

Questo progetto prende vita dalla mia personale esperienza e dalla convinzione che la felicità e il benessere psicologico siano raggiungibili attraverso l’accettazione, la presenza mentale e il vivere in armonia con i propri valori.

La decisione di intraprendere questo percorso e di dare vita a Lo Psicologo Zen è maturata gradualmente, a seguito di anni di studi, ricerche e pratica personale, sia come psicologo che come praticante di arti marziali. La svolta è avvenuta circa cinque anni fa, quando ho realizzato che molti degli strumenti più efficaci nella gestione dell’ansia, dello stress e nella promozione della crescita personale si trovano all’intersezione tra le tecniche meditative orientali e le terapie psicologiche occidentali.

Sui social (e non solo) la mia missione con Lo Psicologo Zen è quella di rendere accessibili questi strumenti a un pubblico più ampio attraverso un linguaggio semplice e genuino, ed offrire un punto di riferimento per chiunque desideri esplorare un percorso di crescita personale basato sulla consapevolezza. Per questo motivo sui miei canali condivido contenuti, video e pratiche con l’obiettivo di portare maggiore consapevolezza su questi temi.

  1. Quale approccio psicologico l’ha ispirata maggiormente nel corso dei suoi studi e della sua formazione?

L’incontro con l’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) e gli approcci basati sulla mindfulness hanno sicuramente segnato un momento di svolta nel mi percorso formativo. In essi non solo ho trovato metodi efficaci e scientificamente validati per aiutare i miei pazienti ad affrontare ansia, stress e promuovere la loro crescita personale con strumenti pratici e immediatamente applicabili nella vita quotidiana. Essi rappresentavano anche un prolungamento della mia formazione come artista marziale ed appassionato di filosofie orientali.

Gli autori che hanno avuto un impatto significativo sul mio percorso sono Russ Harris e Steven Hayes per l’ACT, e Jon Kabat-Zinn per la mindfulness.

Harris e Hayes mi hanno introdotto a concetti fondamentali come l’accettazione, il distacco dai pensieri e l’importanza di vivere in linea con i propri valori. Il loro approccio si concentra non tanto sul cercare di eliminare i sentimenti negativi, quanto piuttosto su come instaurare una relazione più sana con essi, promuovendo una vita ricca e significativa.

Jon Kabat-Zinn, dall’altra parte, con la sua opera ha rivoluzionato il mio modo di vedere la mindfulness, sottolineando l’importanza della presenza mentale e di come questa possa essere un potente strumento per gestire lo stress e migliorare il benessere generale. La sua enfasi sulla meditazione e sulla consapevolezza ha arricchito la mia pratica professionale, permettendomi di offrire un supporto più olistico alle persone che mi affidano la loro crescita personale.

Integrare l’ACT con la mindfulness mi permette di proporre un approccio terapeutico flessibile e adattabile, capace di rispondere efficacemente alle diverse sfide che i miei clienti affrontano, incoraggiandoli a costruire una vita che rifletta veramente chi vogliono essere.

  1. Lei ha scritto un libro, Lo zen per samurai metropolitani. Manuale di sopravvivenza contro stress, ansia e paure. Quali sono i suoi progetti attuali e quali quelli futuri su cui sta lavorando?

 

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Attualmente sto lavorando a diversi progetti che si inseriscono perfettamente nel solco tracciato da Lo Zen per Samurai Metropolitani, un libro che ha rappresentato un importante traguardo personale e professionale.

Sebbene non possa rivelare dettagli specifici, sto dedicando molte energie alla stesura di un nuovo libro, che spero possa essere di ispirazione e di aiuto come il precedente. Non posso divulgare ulteriori notizie su questo progetto editoriale, ma posso anticipare che continuerà a esplorare temi cari alla mindfulness e al benessere psicologico, offrendo al lettore nuove prospettive e strumenti pratici per affrontare le sfide quotidiane.

Parallelamente alla scrittura, sono impegnato nello sviluppo di nuovi corsi online che mirano ad approfondire tematiche legate alla gestione dello stress e dell’ansia. Questi corsi sono pensati per essere accessibili a tutti, indipendentemente dal livello di esperienza con la pratica meditativa o la psicologia, e sono progettati per fornire strumenti concreti e applicabili nella vita di tutti i giorni. Il primo di questi sarà dedicato all’ansia che in molti sperimentano nelle prime ore del mattino, subito dopo il risveglio.

Infine, sto organizzando un evento live che rappresenta per me una novità assoluta e una sfida emozionante. L’idea è quella di creare un’occasione di incontro diretto con la mia comunità, dove poter condividere esperienze, pratiche e riflessioni. Sarà un’opportunità unica per approfondire temi importanti in un contesto dinamico e interattivo, e per consolidare quella sensazione di connessione e supporto reciproco che è fondamentale nel percorso di crescita personale.

  1. Ci dica una curiosità su di lei dal punto di vista professionale.

Una curiosità piuttosto insolita, ma che rappresenta un aspetto fondamentale della mia pratica professionale, è l’integrazione di esercizi derivati dalle arti marziali nelle sessioni con i miei pazienti. Questa scelta nasce dalla mia convinzione che il benessere psicologico sia profondamente connesso con quello fisico e che, attraverso il movimento del corpo, si possano sbloccare nuove vie di accesso alla mente e alle emozioni.

Le arti marziali, con la loro enfasi sulla disciplina, sulla presenza mentale e sul controllo del respiro, offrono strumenti preziosi per lavorare su aspetti chiave come l’autocontrollo, la gestione dello stress e la consapevolezza corporea. Utilizzo esercizi semplici, adattati alle capacità e alle esigenze di ogni individuo, per aiutare i miei pazienti a riconnettersi con il loro corpo, a ridurre la tensione e ad aumentare la loro capacità di focalizzazione e concentrazione.

Questa pratica, che potrebbe sembrare a prima vista distante dal contesto tradizionale della terapia psicologica, si è rivelata sorprendentemente efficace. Attraverso il movimento, i pazienti imparano a gestire meglio le emozioni difficili, a rafforzare la loro autostima e a sviluppare una maggiore resilienza di fronte alle sfide della vita. È un approccio che valorizza la mente e il corpo come un’unità inscindibile, promuovendo un percorso di crescita personale completo e integrato.

  1. Lei registra una fascia di età predominante tra gli assistiti che si rivolgono a lei?

Lavoro sia con adolescenti che con gente over 70. La fascia di età in media però è quella tra i 30 e 45 anni.

  1. Sui social lei propone una comunicazione accattivante e chiara al tempo stesso, avvicinando di sicuro un gran numero di persone. Cosa l’ha spinta ad aprirsi a questo tipo di comunicazione?

 

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La mia scelta di adottare una comunicazione accattivante e al contempo chiara sui social nasce dalla volontà di essere autentico e trasparente con il mio pubblico. Quello che vedete in video, le parole che uso, il modo in cui mi esprimo, sono esattamente il riflesso di chi sono nella vita di ogni giorno. Questa per me è l’essenza del vivere zen: non si tratta di adottare un abbigliamento esotico, di usare terminologie complesse o di cercare di apparire come un monaco, ma piuttosto di vivere con autenticità, presenti nel momento e fedeli a noi stessi.

L’apertura a questo tipo di comunicazione è stata spinta dalla convinzione che, per avvicinare più persone possibile ai principi della mindfulness e della crescita personale, sia fondamentale parlare una lingua comune, accessibile a tutti. Credo fermamente che la saggezza e gli insegnamenti legati alla pratica zen e alla psicologia possano essere di grande aiuto nella vita quotidiana di chiunque. Affinché questo avvenga è però essenziale che questi concetti siano espressi in modo semplice e diretto.

Attraverso i social cerco di abbattere le barriere che spesso circondano il mondo della mindfulness e della psicologia, mostrando che questi strumenti non sono riservati a pochi eletti o a chi ha anni di studio alle spalle, ma sono accessibili e utili a tutti. Essere me stesso, senza filtri e senza costrutti, permette di creare un legame autentico con le persone che mi seguono, incoraggiandole a intraprendere il loro personale percorso di crescita con curiosità e apertura.

  1. Alla fine di questa intervista, diamo a quei lettori che potrebbero essere interessati ad approfondire o ad iniziare un percorso con lei. Come si può prenotare una seduta?

Inviando un messaggio Whatsapp al 347 5793248 oppure contattandomi direttamente sui social.

Marianna Di Pilla
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