Capita a molte coppie, forse per paura di stare da soli o per l’incapacità di gestire i conflitti, di percorrere costantemente quella rotatoria di tira e molla che mina l’effettiva possibilità di una relazione sana.
Ci si rende conto di alcune criticità gravi e si finisce per rimanere insoddisfatti, ma mai quanto una separazione, e ci si ritrova nel punto di partenza: i motivi possono essere tanti e variegati, ma non è una semplice pausa di riflessione. Scopriamo assieme cosa significano i tira e molla in modo da coltivare connessioni più sane ed appaganti.
Esplorare i motivi che spingono a rimanere in una relazione è, effettivamente, la prima delle necessità. Spesso non è solo l’amore a legare i partner ma anche situazioni di vantaggi e comodità, la paura della solitudine o il comfort della solita, semplice routine: capire quali sono i motivi reali è il primo passo per spezzare la catena e fare un primo passo verso una connessione più reale, soddisfacente e salutare.
In sintesi, potrebbe essere un buon momento per un esame di coscienza. L’analisi dei comportamenti reciproci può rivelare dinamiche non evidenti, che alimentano il rimanere nonostante gli impedimenti effettivi. La consapevolezza di questi aspetti può guidare entrambi i partner verso un percorso di maggiore autenticità e trasparenza.
Se anche solo una frazione dei motivi sopracitati sono effettivamente l’essenza della relazione stessa, abbiamo un problema. Molti partner guidati da un sottostante senso di insoddisfazione cercano vie di fuga dalle loro relazioni sotto forme diverse. Questa ricerca di appagamento emotivo, o anche fisico, conduce a avventure esterne (soprattutto in assenza di intimità soddisfacente), ma è raro che la soddisfazione sia completa e duratura. Questi rimarranno tentativi.
Talvolta in realtà il motivo dell’allontanamento è il rendersi conto che il partner non sia ciò che ci si immaginava, e le aspettative (o gli obiettivi) vengono delusi, ma per comodità si torna all’ovile per cercare l’isola che non c’è. Questo tipo di fuga rivela una profonda insicurezza che va oltre la relazione stessa: affrontare questi problemi interni potrebbe essere propedeutico a rompere il ciclo.
Questo modello riflette un approccio immaturo alle relazioni, dove le coppie evitano di affrontare i problemi e la realtà, preferendo separazioni temporanee invece di impegnarsi in un dialogo significativo. Comprendere l’esistenza di questa immaturità è necessario per riconoscere una necessità di mutamento e crescita nella relazione.
È importante realizzare come il conflitto non sia necessariamente una cosa negativa, ma un catalizzatore di crescita. L’approfondimento della comprensione reciproca e la valorizzazione delle differenze possono, dovrebbero, trasformare le difficoltà in opportunità di arricchimento. Affrontare i problemi in modo costruttivo può spezzare quel che ormai è diventata una lemniscata.
Quando il ciclo persiste è fondamentale prendersi un momento di riflessione, considerando anche l’assistenza terapeutica. Identificare le questioni fondamentali, cambiare le dinamiche e potenziare le abilità comunicative sono passi necessari. A volte può essere necessario concludere la relazione, concentrandosi sulla crescita personale e sulla costruzione dell’autostima, ed andare verso un’esistenza più consapevole e soddisfacente.
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