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Da oggi si può ricaricare lo smartphone camminando

Grazie alle nanotecnologie ed agli esperti di suole in materiali resistenti, mantenere la carica della batteria del telefono non sarà più un problema

Da oggi si può ricaricare lo smartphone camminando

Vittime della dipendenza da smartphone ma anche semplici business man o business woman, che ne pensate di poter ricaricare il telefono semplicemente camminando? Se siete vittima della nomofobia è la soluzione alla vostra paura.
Dall'idea di Vibram e InStep NanoPower, la soluzione è nella suola delle scarpe.
Qualsiasi azione, movimento o atto genera energia, la difficoltà è quella di renderla utilizzabile.
Uno dei movimenti più comuni è il camminare e InStep NanoPower, che si occupa di soluzioni basate sulle nanotecnologie nel settore delle energie rinnovabili, è riuscita finalmente in questa impresa trovando nello storico marchio di suole ad alte prestazioni un attivo collaboratore.

L'idea
L'era digitale, dove essere sempre connessi è una esigenza di tutti, ha generato nuove problematiche come quelle di avere sempre lo smartphone o altri dispositivi mobili con la batteria carica. Il nuovo uso di telefoni che fanno anche molto altro sta spingendo allo studio di nuovi metodi per ridurre al minimo il consumo di alimentazione e anche un modo “wireless” e sostenibile per ricaricare i dispositivi. Così è nata Hero, la scarpa... energizzante.

Credits: Foto di @Fotorech | Pixabay
La soluzione
Non è la prima volta che si cerca una soluzione sfruttando la ricarica tramite l'energia generata dalla camminata, ma sembra che in questo caso siamo di fronte ad una creazione funzionante e attiva. Realizzare una suola che generi sino a massimo 3 watt di potenza grazie all'azione del passo sul terreno, con una potenza continua generata di 1 Watt, abbastanza per un accumulo concreto che anche se è abbastanza per una ricarica completa, permette almeno di mantenere un livello di energia base per evitare lo spegnimento dello smartphone.
Inoltre, in queste suole versione 2.0 si ha una porta micro USB, un chip bluetooth e un localizzatore GPS. La prima serve per poter collegare altri dispositivi, anche se il cavo potrebbe creare qualche difficoltà, mentre la connessione bluetooth permette la comunicazione con lo smartphone per controllare il livello di carica e le informazione del numero di passi. Infine il GPS potrebbe essere utile per fornire informazioni sulla propria posizione.

Altre applicazioni
Certamente questa innovazione tecnologica può anche essere riutilizzata per qualcosa di più nobile, come la tutela della sicurezza delle persone, magari quando si corre in zone poco frequentate o per coloro che potrebbero perdersi perché incapaci di comunicare.
Anche a livello sportivo potrebbe essere utile per il monitoraggio dei dati delle prestazioni: un dispositivo posizionato nella scarpa risulta maggiormente preciso rispetto a quello collegato a orologi o fasce applicate al braccio.
Si parla anche di applicazioni militari come il mantenimento in carica di dispositivi di altro tipo (radio e similari) in zone dove si ha difficoltà ad avere l'alimentazione elettrica (deserto, ghiacci e luoghi simili).

La produzione
Al momenti si parla solo di prototipi. L'estetica della scarpa, ovviamente non è eccelsa, ma al momento lo studio è stato finalizzato al risultato di utilità e non di bellezza. Può semplicemente sembrare una calzatura da corsa con una suola un po' più alta del normale. Bisogna solamente aspettare la versione 2.0.

Di © Riproduzione Riservata
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