Un brutta sconfitta contro l'Uruguay per 1-0 costringe la nazionale italiana ad uscire dal Mondiale 2014. Prandelli e Abete rassegnano le dimissioni.

L'Italia non ce l'ha fatta. Le bastava un pareggio per approdare agli ottavi di finale, ma una brutta sconfitta contro l'Uruguay fa fermare gli azzurri alla fase a gironi. A passare sono quindi la nazionale uruguagia e la Costa Rica, che affronteranno le prime due classificate del girone C (le favorite sono Colombia e Costa d'Avorio, ma i risultati li avremo solo stanotte); fuori invece Italia e Inghilterra.
La sconfitta è dolorosa ma ha smosso gli animi dei vertici italiani: l'allenatore Cesare Prandelli e il presidente della federazione Giancarlo Abete hanno rassegnato, subito dopo la partita, le proprie dimissioni.
Brutta sconfitta
L'Italia dice addio al sogno Mondiale. Lo fa nella maniera peggiore: con amarezza e rabbia. Amarezza per non essere riusciti a sfruttare una situazione di vantaggio, in cui non solo la vittoria ma anche il pareggio sarebbe valso alla squadra per approdare agli ottavi di finale; rabbia per un arbitraggio non propriamente corretto ed equilibrato, che ha preferito usare...due pesi e due misure.
La partita inizia a rilento, senza grandi occasioni da ambedue le parti. L'Uruguay non attacca e l'Italia, dalla sua parte, decide di chiudersi per difendere il pareggio, senza quindi mai trovare lo specchio della porta.
A cambiare la partita, al 59° minuto, una severissima espulsione ai danni di Marchisio: un cartellino rosso decisamente ingiusto ed esagerato e che condiziona la partita, lasciando la nazionale italiana per più di mezz'ora in 10 uomini. A un quarto d'ora dalla fine altro episodio sgradevole: in un contrasto in area di rigore, l'uruguagio Suarez morde il difensore italiano Giorgio Chiellini (“pratica” di cui Suarez è un abitudinario: nella sua carriera è già la terza volta che usa i denti per colpire un giocatore avversario); un gesto eclatante di cui la terna arbitrale non si accorge, non dando così all'attaccante l'espulsione che meritava. Pochi minuti dopo, al 37' del secondo tempo, arriva il gol vittoria della Celeste, siglato da Godin, l'uomo delle grandi occasioni, assicurandosi così il secondo posto nel girone D e, di conseguenza, l'approdo agli ottavi di finale.
Doppie dimissioni
«Mi assumo tutte le responsabilità del progetto tecnico, su ogni decisione tecnica e di preparazione: ho già parlato con i responsabili della Figc e ho rassegnato le mie dimissioni, che sono irrevocabili». Così Cesare Prandelli, ct della nazionale italiana, dopo l'amara sconfitta ha deciso di dire addio (o arrivederci, chissà) alla squadra degli azzurri, nonostante avesse ancora 2 anni di contratto. E ha poi ribadito, con molta umiltà: «Mi dimetto perché è mio il progetto tecnico, e non è stato un progetto tecnico vincente».
Ma quelle di Prandelli non sono le uniche dimissioni in casa Italia: lo stesso ha fatto infatti il presidente della Figc, Giancarlo Abete, consapevole di essere giunto a fine di un ciclo. «Io andrò al consiglio federale – ha spiegato Abete - con le mie dimissioni. Voglio favorire riflessioni sul futuro della Federazione, l'ho servita per sette Mondiali. Avevo già deciso prima del Mondiale. Le mie dimissioni sono irrevocabili. Il nuovo presidente federale avrà il mio incondizionato appoggio. Vado via con l'amarezza del tifoso, sapendo di essere il legittimo terminale della critica».