La precarietà del lavoro provoca disagi fisici, psichici ed emotivi. Per superare questo stato bisogna essere flessibili e non farsi influenzare da stereotipi passati.

Sono sempre di più le persone che non hanno un lavoro stabile e duraturo, che vivono sempre sul chi va là e rischiano di perdere il posto dall'oggi al domani. Sicuramente questa precarietà non fa bene, perché produce instabilità emotiva e psicologica.
Sentimenti depressivi e angoscia profonda pervadono le persone che non hanno un lavoro a tempo indeterminato perché non si possono fare progetti esistenziali gratificanti. E nelle persone molto sensibili questa paura può trasformarsi anche in una vera e propria malattia psicofisica.
Gli effetti sull'umore
Vivere una situazione difficile sul lavoro causa una costante agitazione, una crescente intolleranza all'incertezza e non ultima una forte rabbia che viene repressa sul luogo di lavoro e sfogata poi nell'ambito personale. Quando lo stress prende il sopravvento le persone incominciano a soffrire di ansia, senso di frustrazione, tachicardia, insonnia, depressione, senso di inadeguatezza e paura di un pericolo costante. Molte persone avvertono anche sintomi fisici quali colite, gastrite, dermatite e mal di testa.
Chi è a rischio
Le persone più a rischio sono i giovani laureati, cresciuti con il modello genitoriale del posto fisso e l'idea che una laurea avrebbe spianato la strada verso occupazioni gratificanti e sicure. La realtà però obbliga queste persone, ma anche coloro che per anni un posto sicuro lo hanno avuto, a svolgere lavori che non hanno nulla a che vedere con il percorso di studi o le occupazioni precedenti.
Pensare positivo: ma come?
Sembra facile quando ci dicono di pensare positivamente; non è così' semplice per questo bisogna imparare a condizionare il pensiero in tal senso. La difficoltà è imparare a farlo anche nei periodi bui quando le cose non vanno bene e non vediamo una via di uscita, perché i nostri pensieri influenzano ciò che ci circonda.
Per allenarci a nutrire pensieri rosei bisogna scrivere tanti pensieri positivi su altrettanti fogli e leggerli, a rotazione, ogni sera prima di addormentarsi e al mattino appena alzati. In questo modo il nostro inconscio si abituerà e vi ricorderà i pensieri positivi che gli avrete trasmesso nei momenti difficili.
Essere più flessibili e superare gli stereotipi
In un mondo fatto di impieghi a tempo determinato è inutile fossilizzarsi sulle proprie abitudini e idee di un posto fisso. Meglio invece sviluppare l'intelligenza della flessibilità, imparando ad adattarsi ai cambiamenti e accettando gli imprevisti come nuove sfide. Ciò significa considerare il cambiamento come qualcosa che ci permette di evolvere e crescere.
Inoltre bisogna liberarsi dall'angoscia delle aspettative e dagli stereotipi che ci vedono capaci e competenti solo in determinate aree. Un esercizio può essere quello di provare a scrivere su un foglio alcuni gruppi di competenze che ci riguardano, facendo esempi concreti. Per ogni voce, chiediamoci poi quanto ci diverte o piace e alla fine capiamo cosa può essere davvero gratificante per noi, anche se temporaneo.
Le categorie di competenze sono: capacità di usare le mani (es. aggiustare, creare oggetti, massaggiare..etc), capacità di usare il corpo (es. sport, giardinaggio etc), capacità di usare la parola (parlare in pubblico, raccontare storie), usare i numeri, usare il pensiero logico (analizzare dati, organizzare attività, pianificare..), usare l'intuito (formulare idee, progetti), aiutare gli altri, avere iniziativa.