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Sydney: sequestra 40 persone ed espone bandiera dell'Is

Ore terribili a Sydney: un islamico ha sequestrato 40 persone, rinchiudendole in una cioccolateria. Solo 16 ore dopo il blitz della polizia locale

Sydney: sequestra 40 persone ed espone bandiera dell'Is

16 ore da incubo quelle vissute a Sydney dove, verso le 9:25 di questa mattina (le 23:25 italiane), un gruppo di una quarantina di persone è stato sequestrato in una cioccolateria Lindt, a Martin place, cuore finanziario della città australiana. Il sequestratore, armato di fucile a pompa, dopo aver barricato le entrate al locale ha esposto una bandiera dell'Is.
Nell'operazione per liberare gli ostaggi, due persone sarebbero rimaste uccise; stando alle fonti, una sarebbe proprio il sequestratore. Quattro invece i feriti, tre in condizioni definite critiche.

Il sequestro
Si chiama Man Haron Monis, ma si faceva chiamare Mohammad Hassan Manteghi, autoproclamandosi sceicco: è questa l'identità dell'uomo che ha tenuto in ostaggio per 16 ore quaranta individui nella cioccolateria del cuore di Sydney. 49 anni, australiano ma di origini iraniane, il sequestratore era già noto alle forze dell'ordine per aver ricevuto circa quaranta denunce per molestie, per essere stato complice in un omicidio e per aver inviato lettere disprezzanti alle famiglie dei soldati morti in Afghanistan.
Dopo aver rinchiuso le persone nel locale, l'uomo avrebbe fatto ruotare gli ostaggi verso le finestre e avrebbe cominciato a muoversi nel locale tenendo una persona davanti a sé come scudo, per difendersi dalla polizia giunta sul luogo. Poco prima delle 16:00, ora locale, tre uomini sono usciti correndo da una porta anteriore: non sappiamo ancora se si sia trattato di una fuga o di una concessione da parte del sequestratore. Stesso discorso vale per le due dipendenti del locale che, un'ora più tardi, sono uscite da una porta laterale.
Dopo 16 ore di sequestro e un lungo negoziato, le forze dell'ordine australiane sono riuscite grazie ad un blitz ad entrare nel locale, mettendo fine all'incubo dei quaranta ostaggi. Il costo dell'operazione in termini di vite umane è stato però molto alto: a rimetterci la vita due persone, tra cui lo stesso sequestratore, e almeno tre i feriti gravi, tra i quali pare ci sia un agente.
 

 

I messaggi di solidarietà
#illridewithyou (verrò con te): è questo l'hashtag – al momento il più twittato nel mondo - lanciato dai residenti di Sydney come gesto di solidarietà verso i concittadini musulmani, che nulla c'entrano con l'episodio accaduto nelle ultime ore. L'idea è quella di accompagnare per le vie della città e dell'intero Stato chiunque indossi abiti che rimandano al credo religioso, in modo da proteggere queste persone dalle rivendicazioni dei più infervorati che andrebbero sicuramente a compiere atti ingiusti. Sono infatti gli stessi gruppi musulmani provenienti dall'Australia ad essersi posti in una posizione di completo disaccordo con quanto accaduto: «Un simile spregevole atto serve solo – spiegano alcuni esponenti islamici australiani in una nota - a favorire l’agenda di chi cerca di distruggere la buona volontà degli australiani, di danneggiare ulteriormente e di ridicolizzare la religione dell’Islam e i musulmani australiani in tutto il Paese. Ricordiamo a tutti che l’iscrizione in arabo sulla bandiera nera non rappresenta un messaggio politico, ma riafferma una testimonianza di fede che è stata abusata da individui fuorviati che non rappresentano nessuno oltre a loro stessi».

Di Francesca Ferrandi © Riproduzione Riservata
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