Il futuro punta su prodotti di uso quotidiano derivanti da bioplastiche naturali, le quali è prevedibile sostituiranno i diversi materiali sintetici molto pericolosi per l’ambiente.

Quanta plastica globalmente si consuma in tutto il mondo ogni anno? Quasi 400 miliardi di bottiglie, e quasi 4 miliardi di bicchieri! Cifre che fanno girare la testa e pensieri preoccupanti collegati al loro smaltimento.
Ma non è tutto…. Non dimentichiamoci il resto della plastica, quella usata in modo più subdolo e nascosto, pensate ad esempio agli oggetti della cucina, contenitori vari per il frigo, giocattoli, pezzi di ricambio ecc.
Un aiuto per l’ambiente: la plastica biologica
La plastica ha un potere inquinante enorme, si smaltisce “naturalmente” dopo centinaia di anni, può uccidere animali e vegetazione marina, arrecando danni all’ecosistema di entità enorme.Ecco perché è giunto il momento di impegnarsi in ricerca e studio di materiali alternativi, di origine vegetale, con una compatibilità ambientale elevata.
La plastica si produce partendo dal petrolio è costituita da lunghe catene di polimeri, mentre la plastica vegetale si ricava dalla lavorazione di piante diverse e ha in comune lunghe catene di polimeri ma naturali!
Si parla quindi di plastiche biologiche particolari sostanze prodotte partendo da piante o dai lieviti. Il loro nome è biopolimeri, permettono la realizzazione di materiali plastici simili per l’uso ai composti sintetici, ma diversi nello smaltimento molto più green! Le nuove fibre con biopolimeri si ricavano da estratti o derivati nell’amido di molti vegetali; cereali, patate, riso oppure molto usato anche il destrosio.
Tra le bioplastiche più interessanti vi è il poli-acido lattico ottenuto partendo dallo zucchero di canna o dal glucosio. Molto simili al sintetico Pet, Pvc e polietilene, ma totalmente biodegradabile in meno di 6 mesi. Ha l’enorme vantaggio di essere prodotto anche dagli impianti già attivi per la produzione di materie plastiche sintetiche.
La scommessa da parte dei ricercatori è quella di non usare piante che entrano nella nostra catena alimentare come il mais o quelle impiegate per la catena alimentare degli animali, ma usare piante non commestibili. Si tratta di usare risorse rinnovabili cioè le piante, con l’emissione di anidride carbonica prossima allo zero.
Quanto costa la plastica bio?
I costi sarebbero minori. Ma per ora sono solo ipotesi poiché la loro lavorazione costa di più di quella del petrolio.
Tale concetto è di grande peso poiché spesso si fanno gli interessi in base al bilancio economico e molto meno rispetto a quello ambientale.
Aziende che producono e utilizzano la plastiche bio
La Natureworks LLC, è la maggiore produttrice mondiale di bioplastiche, ha annunciato la nascita di un nuovo impianto di produzione in Asia.
La previsione di crescita di questo nuovo e interessante settore è di arrivare dal 4% attuale al 20% nel 2020.
Esistono già delle aziende che fanno uso di bioplastiche ad esempio la Fkur svedese che produce il tubetto del dentifricio con questi nuovi prodotti, il tutto commercializzato dalla Green Planet Bottling.
Ma vi sono anche aziende di abbigliamento come gli scarponi da sci in bioplastica prodotti e commercializzati dalla Salomon e dall’Atomic.
Fino alle borse per fare la spesa in Mater-Bi, fatte da biopolimeri della Novamont.