L'ex nunzio apostolico Józef Wesołowski, messo ieri ai domiciliari su richiesta di Papa Francesco, è accusato di abuso su minori e possesso di materiale pedopornografico

Meninos de rua: così sono chiamati i ragazzi che vivono per le strade di Santo Domingo e che per sopravvivere lavorano sul lungomare in uno dei più degradati quartieri della città lucidando le scarpe ai ricchi per un dollaro e mezzo al giorno. Così poveri da accettare di essere adescati e comprati. È su quel lungomare, come racconta Francis una delle vittime, che i minorenni venivano accostati dal diacono di Józef Wesołowski, Francisco Javier Occi Reyes, arrestato nel settembre dello scorso anno perché colto in flagranza di reato mentre prelevava ragazzini per portarli all'ex Nunzio apostolico.
Le indagini
L’ex Nunzio – messo ieri agli arresti domiciliari - rischia, con due capi di imputazione per abuso su minori e possesso di materiale pedopornografico, 6–7 anni di prigione ma, come riferisce il portavoce del vaticano padre Federico Lombardi, il procedimento penale è ancora in fase istruttoria e le indagini stanno proseguendo. Si ipotizza, infatti, che la sua intensa attività di pedofilia sia conosciuta anche in altri stati dove negli anni passati è stato diplomatico. L’inizio del processo è previsto tra gli ultimi mesi del 2014 e i primi del 2015 e il provvedimento degli arresti domiciliari già adottato per le condizioni di salute dell’ex vescovo si è reso probabilmente indispensabile per evitare che un suo allontanamento potesse inquinare le prove. Wesołowski sarà giudicato con il vecchio ordinamento poiché la nuova normativa, quella più severa voluta da papa Francesco con il suo “motu proprio” e che gli avrebbe raddoppiato la pena, è entrata in vigore a settembre del 2013 e non ha efficacia retroattiva.
La Chiesa e la giustizia
Il cardinale Walter Kasper, sconvolto da questa grave vicenda, ha dichiarato: «Siamo di fronte ad un cambiamento di paradigma, è chiaro. C’è stato un tempo nel quale si sono protetti i sacerdoti. Ora si guardano le cose dalla parte delle vittime, dobbiamo farlo. Questo è il cambiamento della Chiesa: considerare ciò che accade secondo la prospettiva delle vittime». Il sacerdote è chiamato ad esercitare la sua professione nel rispetto di Dio, dell’essere umano e della vita. La pedofilia equivale a fare una messa nera, distrugge la vita ed è, di conseguenza, in contrapposizione alla vocazione ed ai principi della nostra religione. E la trasformazione all’interno del Vaticano, voluta da papa Bergoglio, intende portare chiarezza all’interno della Chiesa che deve rinnovarsi, purificarsi e ammettere le proprie colpe per non perdere la sua essenziale credibilità. Non ci si può fermare neppure se ad essere arrestato è un vescovo perché la misericordia non prescinde la giustizia ma, al contrario, ne fa parte.