La Giunta ha deciso: il voto per la decadenza di Silvio Berlusconi sarà palese. Decisione, questa, che ha scatenato reazioni furiose all'interno del Pdl.

Sì al voto palese. Lo ha deciso ieri l a giunta per il regolamento del Senato in merito alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Niente segreti quindi, al fine di evitare sotterfugi di ogni tipo. Ma le reazioni furiose che questa scelta ha portato in casa Pdl (e non solo), potrebbero ricadere sul voto stesso segnando l'ennesima decisione di rimandarlo ulteriormente.
Nonostante ciò, finisce 7-6 la partita per decidere riguardo il voto sulla decadenza del Cavaliere. Da una parte M5S, Pd, Sel e Scelta Civica, fautori del voto palese, dall'altra Pdl, Lega Nord, Gal e Autonomie-Psi ostinati verso il voto segreto. Ma, se vogliamo continuare con questa metafora calcistica, è solo una partita e il campionato è ancora lungo e aperto a colpi di scena.
Infatti i pidiellini continuano a parlare di violazione delle regole, dichiarando che faranno del loro meglio per evitare che questa scelta sia quella ufficiale. Dimenticando, forse, che il voto sulla decadenza è considerato voto allo status di parlamentare e non alla persona...
Reazioni del Pdl
Numerose sono state le reazioni indignate dei fautori del voto segreto. «La decisione di Sc e Pd di sostenere il voto palese col M5S – ha dichiarato Angelino Alfano - è la violazione del principio di civiltà che regola, da decenni, il voto sulle singole persone e i loro diritti soggettivi. E ora, innanzitutto in sede parlamentare, lì dove si è consumato il sopruso, sarà battaglia per ripristinare il diritto alla democrazia».
Ancora più violento il leader del Pdl al Seanto, Renato Schifani, che ha definito ciò che è accaduto «una pagina buia per le regole parlamentari. È stato compiuto un gravissimo strappo delle regole parlamentari contro Berlusconi – ha continuato – e una norma sul voto segreto per la sua decadenza è stata cambiata a colpi di maggioranza con un semplice parere».
La data del voto
Dopo aver optato per il voto palese, resta solo una domanda: quando si vota? È presto detto. Dopo aver respinto la richiesta del M5S di fissare la data per il 5 novembre, Pietro Grasso convocherà per la prossima settimana la conferenza dei capigruppo, chiamata a decidere quale sarà il fatidico giorno. Stando alle indiscrezioni, la data del voto dovrebbe essere fissata per un giorno compreso tra il 12 e il 15 novembre.
Ma le sorprese non finiscono mai e considerando che le ultime speranze del Pdl convergono tutte sulla data della votazione, possiamo ben immaginare che sorgeranno presto altri imprevisti e contrattempi. C'è già infatti una sottigliezza sulla quale coloro che sono a favore del Cavaliere potrebbero giocare: la decisione presa ieri sul voto palese non è vincolante. Sarebbe infatti sufficiente che un senatore presentasse un ordine del giorno, appoggiato da almeno 20 suoi colleghi, nel quale richiedesse nuovamente il voto segreto e, ta-dà, tutto sarebbe nuovamente stravolto. Dati alla mano, è chiaro che si opterebbe nuovamente per il voto palese ma il Pdl avrebbe in questo modo guadagnato ulteriore tempo. E chissà per quanto ancora, escamotage dopo escamotage, ci porteremo avanti questo voto...