L'economia secondo i vegani, vediamo in cosa consiste e cosa comporta.

Essere vegetariani è una scelta che spesso nasce da un bisogno di dire basta al consumo esagerato di carne, motivato dal non voler mangiar qualcosa che deriva dalla morte di un essere vivente, vissuto spesso in condizioni di disagio, in luoghi angusti, in condizioni igieniche precarie e comunque senza nessun rispetto. Si tratta quindi di motivazioni spesso etiche, morali e non solo o solamente religiose.
L’essere vegetariani poi può avere un’ulteriore crescita e sviluppo, ovvero portare al vegano ed evolvere in una consapevolezza sempre maggiore, facendo scelte che dall’alimentare si spostano e si consolidano anche nella scelta di vestiti, borse, scarpe o oggetti ovviamente di derivazione non animale.
Esistono i vegetariani classici, che non consumano carne, e i vegani, anche detti vegetaliani, che aborrono anche latte, uova, miele, formaggi e prodotti di derivazione animale in genere; questi ultimi inoltre non usano abiti in lana, pelle o seta. Vi sono poi i crudisti che, come suggerisce già chiaramente la parola, consumano solo cibo crudo, perché considerano essere l’unico davvero naturale.
Facciamo però un passo indietro per meglio capire questo vasto mondo, dal quale si sviluppa una non piccola economia che viene chiamata, neanche a dirlo, Veg economy, che si dimostra sempre più fiorente e fatta di tante persone che aderiscono attivamente con le loro scelte food e non food.
Questa economia si basa su 6 milioni di italiani che la fanno e la creano ogni giorno, ma tali dati, forniti dall’Eurispes, dicono che saranno sempre più in aumento; si tratta soprattutto di donne, il cui livello di istruzione è medio alto, spesso laureate, dislocate fondamentalmente al nord e al centro Italia.
Qualche vegetariano famoso? Margherita Hack, Jovanotti, Umberto Veronesi o Dario Argento per restare in Italia, invece oltreoceano Madonna, Sting, Moby e altri ancora.
E nella storia personaggi illustri come Leonardo Da Vinci ci insegnano che “chi non rispetta la vita, non la merita”, infatti il genio toscano non mangiava carne, nonostante ai banchetti rinascimentali ve ne fosse in abbondanza.
Dal punto di vista economico al scelta vegetariana andrebbe a vantaggio della salute, facendo risparmiare dei soldi per curare malattie che invece nei “mangiatori di carne” rappresenterebbero un grosso problema.
La Veg economy è un’economia rispettosa dell’ambiente: si evita di uccidere animali, si effettuano scelte consapevoli, si cerca di risparmiare energia ad esempio per la produzione di determinati capi di abbigliamento. Qualche esempio? Gli allevamenti industriali di bovini e suini occupano il 70% delle terre agricole e quasi il 30% dell’intera superficie della Terra. Il cibo dell’alimentazione di questi animali sono cereali, legumi, proteine e grassi animali.
Cosa possiamo fare anche se decidiamo di non entrare a far parte di una Veg economy? Ad esempio non mangiare carne per una volta alla settimana, in questo modo si abbassa del 15% la probabilità di contrarre malattie cardiache, cancro e diabete. Non essere vegetariani significa consumare carne e, se si è americani, si arriva a consumare in un anno anche fino a 22 animali, saltando un solo giorno si salverebbero circa 3.000 animali.
A voi la scelta…giusta!