La campagna pubblicitaria per promuovere l'attività estiva del parco divertimenti di Liseberg suscita non poche reazioni nei Paesi mediterranei. Italia, Grecia e Spagna si adirano.

«Attenti bambini felici! Qualche bambino sarà obbligato a passare le vacanze in Italia quest’estate». Recita così uno dei cartelloni pubblicitari apparsi in Svezia, a Göteborg, per promuovere il parco di divertimenti, Liseberg, il più grande e frequentato di tutto il Nord-Europa. Sul cartellone è raffigurato, emblematicamente, il volto disperato di una bambina.
Lo slogan è lo stesso anche per altre due mete – e perle - del mediterraneo, Maiorca e Creta, affiancato sempre dalle immagini di bambini in lacrime.
Insomma, il messaggio è chiaro: perché obbligare i bambini ad andare all'estero a trascorrere le proprie vacanze, quando il divertimento più grande è a pochi passi da casa?
La difesa degli svedesi
La campagna pubblicitaria del parco di divertimenti di Liseberg è stata al centro di non poche critiche. L'intento, in realtà, poteva anche essere privo di ogni sorta di meschinità. D'altronde, dati alla mano, Italia, Creta e Maiorca sono tra le mete estive preferite dagli svedesi che, stando alle loro dichiarazioni, nutrono un profondo amore per queste terre. L'ideatore della campagna pubblicitaria ha voluto giocare sull'iperbole, sull'assurdo: quale famiglia preferirebbe portare i propri bambini ad un freddo parco giochi piuttosto che su una calda spiaggia mediterranea?
«Ci spiace che qualcuno abbia pensato a intenzioni denigratorie – ha infatti dichiarato Julia Vasilis, amministratore delegato della società - al contrario siamo stati megalomani a pensare di paragonare il nostro piccolo parco alle patrie del divertimento».
Le reazioni
L'idea, che voleva con tutta probabilità essere simpatica, ha però suscitato reazioni negative, avendo implicita in sé uno slogan denigratorio e quasi razzista verso le tre terre mediterranee. Ad aumentare il senso di tentata “diffamazione”, il fatto che le tre terre citate – Italia, Grecia e Spagna – siano i tre Paesi europei più fortemente colpiti dalla crisi economica.
Fabio Galli, assessore provinciale di Rimini, ha deciso di scrivere una lettera al neo ministro del Turismo, Massimo Bray, per segnalargli la situazione venutasi a creare. «Oltre ad essere incredibile ed irritante, ciò che è successo – ha dichiarato Galli - mette in rilievo un problema strutturale: la mancanza di una forte e credibile promozione all’estero del marchio Italia. Se l’essere di fatto scomparsi da alcuni mercati, quello scandinavo, appunto è già di per sé una sciagura in termini economici e d’immagine, la beffa si aggiunge con simili episodi. [...] La scelta di non provvedere ad alcuna promozione all’estero del marchio Italia a favore di uno ‘spezzatino’ regionale va senz’altro radicalmente e tempestivamente mutata».
Intanto, Spagna e Grecia si sono attivate in modo concreto ed ufficiale, tanto che la Svezia ha deciso di rimuovere i cartelloni pubblicitari. Gli stessi svedesi hanno trovato lo slogan di cattivo gusto, in particolar modo nei confronti dei bambini che non si possono permettere né l'una né l'altra cosa. A questo proposito Viktor Ragnemar, regista freelance di Göteborg, ha realizzato, di tutta risposta alla campagna pubblicitaria di Liseberg, un manifesto in cui, il volto in lacrime della bimba, è accompagnato dalla didascalia: “242.000 bambini svedesi non possono neanche andare a Liseberg: a chi importa il divertimento garantito?”