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Proteste degli studenti: in piazza per una scuola migliore

Il disagio per questa società, per chi è al potere, per il mondo della scuola è sceso in piazza. Cosa sta succedendo?

Proteste degli studenti: in piazza per una scuola migliore

Questo non è uno sciopero per i termosifoni rotti a scuola, non è una manifestazione organizzata con una scusa banale per saltare un giorno di lezione, queste sono vere e proprie proteste.

Sono scesi in piazza gli studenti di tutta Italia, da nord a sud, nelle principali città della nostra penisola, per protestare contro crisi e austerità, per difendere la scuola.

Proteste degli studenti
Gli scontri con la Polizia
Nonostante i cortei fossero organizzati ed i percorsi fossero stati autorizzati, sembra che qualcosa sia davvero sfuggito di mano e ci sono stati seri momenti di tensione e scontri con le forze dell'ordine.
A Torino si sono uniti ai cortei studenteschi anche universitari esponenti dei centri sociali della città e militanti No Tav: il risultato è stato un disordinato corteo per le vie della città, con lanci di uova e vernice, falò con immagini di ministri accusati di mala gestione e cariche degli agenti, che sembra abbiano lasciato feriti anche minorenni.
Anche a Milano e a Roma i disordini non sono mancati, così come le proteste e gli scontri con gli agenti, che hanno fermato alcuni manifestanti per poterli identificare.
Pressoché stessi tafferugli a Pisa, a Massa, a Firenze, a Bologna, a Napoli, a Palermo.

proteste studenti
Le motivazioni delle proteste studentesche

Questi studenti sembrano manifestare per diritti sacrosanti, come quello all'istruzione.
La crisi economica si fa ben sentire nell'ambito della scuola e i tagli ai fondi che i politici hanno fatto e continuano a fare sembrano davvero soltanto portare penalizzazioni, così come le promesse di riorganizzazioni che si rivelano spesso una farsa, se non addirittura un peggioramento.
C'è inoltre la spada di Damocle della privatizzazione, che potrebbe abbattersi pesantemente sulla scuola pubblica se venisse approvata la Proposta di Legge 953.
Per non parlare dei costi dei materiali scolastici e delle tasse, non accessibili a tutti e allo stesso tempo della carenza di borse di studio idonee per aiutare gli studenti che più hanno bisogno.
In questo ambiente scolastico in sfacelo, sia dal punto di vista architettonico che organizzativo, i ragazzi si sentono di manifestare a gran voce il loro dissenso. Sembra che le proteste continueranno, ce n'è già in programma una, a livello nazionale, per il 12 ottobre, dallo slogan “Ora parliamo NOI!”.

Proteste degli studenti
Danni ai palazzi e alle banche, vetrine rotte e vernice che imbratta le strade, falò con foto di politici o alle proprie tessere elettorali non sono certo modi civili per protestare e far valere i propri diritti. Pensiamo però all'enorme disagio di questi giovani, che potrebbero benissimo rimanere indifferenti e vivere con spensieratezza la loro felice età.
Ci siamo chiesti perché arrivano a protestare così?
Ci siamo chiesti perché vogliono avere voce e cosa significa il loro urlo?
Ci siamo chiesti perché hanno tanta indignazione verso la società di oggi?
Se diamo uno sguardo indietro alla storia, ci rendiamo conto che spesso le rivolte in molti paesi del mondo sono cominciate proprio così, fatte dai giovani, dagli studenti?

Di Ilaria © Riproduzione Riservata
TAG  scuola   giovani  
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