Gabriele Paolini, il noto disturbatore televisivo, è stato arrestato domenica. Le accuse a suo carico sono quella di prostituzione e di diffusione di pornografia minorile

Il 34enne disturbatore televisivo, Gabriele Paolini, è stato arrestato domenica sotto l'accusa di prostituzione e pornografia minorile. Sono stati infatti trovati dei video, girati dallo stesso Paolini, in cui è documentata la sua perversione nei confronti dei minorenni; filmati probabilmente destinati alla pubblicazione e alla commercializzazione.
Tre dei ragazzi vittime della perversione di Paolini sono stati identificati, ma non sono gli unici coinvolti. Lui li adescava via chat, ci entrava in contatto, diventava loro amico; poi li portava in uno scantinato e ne abusava.
Presto Paolini dovrà rendere conto delle sue azioni: è infatti fissato a domani l'interrogatorio di garanzia in cui il personaggio televisivo, noto per le sue incursioni durante i collegamenti tv, dovrà rispondere alle domande del gip Alessandra Tudino.
L'accusa
«Paolini non solo non ha esitato a indurre diversi minorenni ad atti sessuali mercenari, ma ne ha documentato le prestazioni con l'intento di diffondere il materiale a terzi». Così è scritto nell'ordinanza di custodia cautelare, di ben 14 pagine.
A dare il via all'indagine e al successivo arresto del noto disturbatore televisivo è stata l'intercettazione del materiale pornografico che Paolini aveva consegnato da stampare ad un laboratorio fotografico, di lì inviato ad uno studio a Riccione.
Pare che Paolini abbia prodotto in totale 110 file (94 foto e 16 video), nei quali vengono ripresi i suoi rapporti sessuali con diversi ragazzi di età adolescenziale. Nell'ordinanza leggiamo anche che alcuni video mostrano «le pressioni psicologiche esercitate dall'indagato» nei confronti dei minori, volte al convincimento di questi nel concedersi al noto personaggio della tv.
Il racconto dei ragazzi
«Paolini è una persona famosa della tv, ne parlavamo anche con i nostri amici. Con lui siamo anche andati a giocare a bowling e ci ha pure portato a casa dei suoi genitori e il padre ci ha insegnato a giocare a briscola». È ciò che due dei sedicenni di cui Paolini ha abusato, riconosciuti dai video, hanno raccontato al pm Claudia Terracina, durante un incontro avvenuto nel massimo della protezione e alla presenza di uno psicologo.
Si fidavano di lui, questo emerge dalle loro parole: era diventato un amico, con cui confidarsi e di cui vantarsi con gli amici. Riponevano talmente tanta fiducia nel disturbatore televisivo da riuscire a cedere alle sue richieste perverse in cambio di una ricarica telefonica, o dei soldi necessari a comprarsi un paio di jeans. Dai 15 ai 40 euro: era questo il compenso che Paolini era disposto a pagare. Eppure i ragazzi non ne avevano bisogno; pare infatti non soffrissero di nessun disagio economico e di nessuna condizione di degrado di sottofondo.