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#NotInMyName: l'hashtag per dire no all'Isis

Si tratta di una campagna di sensibilizzazione e di protesta per dire no all'Isis e alle atroci azioni compiute in nome dell'Islam: con l'hashtag #NotInMyName i giovani fanno sentire il loro ripudio sul mondo social

#NotInMyName: l'hashtag per dire no all'Isis

#NotInMyName. Non nel mio nome e non nel nome dell’Islam. A ttraverso questo hashtag i musulmani europei si stanno coalizzando per condannare il comportamento dello stato islamico iracheno e del Levante, assolutamente contrario ai valori ed ai principi della religione musulmana.

L’associazione e l’iniziativa
Ideatore di questo importante progetto è Hanif Qadir, residente a Londra nonché leader dell’Active Change Foundation, un’associazione che dal 2003 promuove l’integrazione e la coesione nelle comunità per affrontare e prevenire l’estremismo violento in tutte le sue forme. Il gruppo ha deciso di dare vita a questa iniziativa dopo l’assassinio dell’operatore umanitario britannico David Haines.

Una campagna di sensibilizzazione e di solidarietà lanciata su tutti i social network, per combattere l’odio perpetrato dall’ultimo incubo mondiale, l’Isis. E così alla propaganda informatica dei miliziani si è risposto con una diffusione, sempre in rete, anti Califfato. Accanto a parole e video che stanno infestando Internet più di un virus, i giovani che aderiscono all’iniziativa si sono riuniti venerdì nelle moschee in Germania per pregare contro questo abominio e domenica a Milano per partecipare ad una fiaccolata dove una bandiera simbolo del terrorismo jihadista è stata bruciata.


Le dichiarazioni
L’Isis, per gli aderenti a questo progetto, si nasconde dietro un falso Islam e non ha nulla a che vedere con ciò che rappresenta realmente la religione. Punti cardinali per i musulmani sono infatti «il rispetto, la misericordia, la pace e la gentilezza. È una fede in cui crediamo molto – spiega uno dei protagonisti della campagna - e per questo vogliamo difenderla dagli estremisti e dai fanatici, la cui esistenza è una minaccia per la nostra stessa religione».
Il Consiglio musulmano della Gran Bretagna nella persona del Segretario Generale Dr Shuja Shafi non ha tardato a condannare le azioni dell'organizzazione a favore dei musulmani britannici, confutando ogni dichiarazione dell’Isis perché «lontana dalla religione dell'Islam».
E così, grazie alla campagna promossa da #NotInMyName e alle dichiarazioni di alcuni importanti uomini legati all'Islam, l'indignazione verso la condotta portata avanti dall'Isis aumenta di giorno in giorno, di ora in ora. E l’indignazione deve pur avere ancora qualche potere.

Di Francesca Ferrandi © Riproduzione Riservata
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