La libertà di informazione è uno dei principi fondamentali della Costituzione Italiana e della Legislazione Europea ma molto spesso è al centro di polemiche e vivaci dibattiti. Nello stesso tempo le classifiche internazionali mostrano un costante calo della libertà di informazione nel nostro Paese.

In questi giorni il Parlamento italiano sta provvedendo all’approvazione di un nuovo pacchetto legislativo riguardante le intercettazioni e di conseguenza la regolamentazione della pubblicazione di notizie riservate inerenti indagini giudiziarie e informazioni strettamente personali.
Il nuovo dl (decreto legge) intercettazioni prevede pesanti sanzioni sia per i giornalisti che per le case editrici che si rendessero responsabili di pubblicazioni di notizie non ufficiali o non direttamente interessate da procedimenti penali la cui pubblicazione sia stata precedenemente autorizzata.
La notizia delle nuove norme ha suscitato non pochi malcontenti e si prospettano scioperi e polemiche. Le nuove regole sono state anche spinte dalle recentissime indiscrezioni sulla vita privata del Presidente del Consiglio che hanno reso incandescente la campagna elettorale per le elezioni Europee e Provinciali.
Il problema informazione in Italia è sempre stato poco considerato nonostante da molte parti arrivino segnali poco rassicuranti in merito alla reale libertà d’informazione concessa a giornalisti ed editori. Nelle classifiche mondiali l’Italia si attesta agli ultimi posti per la libertà di informazione ed è definito un paese “parzialmente libero”. Meglio posizionati in classifica anche paesi africani le cui forme di governo non sono del tutto democratiche.
Gli elementi che portano ad una valutazione negativa del “sistema informazione” italiano sono gli stessi che da diversi anni vengono dibattuti nella politica italiana: la televisione pubblica, per sua storia, è politicizzata in quanto tutti gli organi di gestione e controllo sono composti da membri eletti da organi politici; le altre tv pubbliche di maggior rilievo sono tutte concentrate nelle mani di un unico editore (Silvio Berlusconi) che da diverso tempo rappresenta anche la forza politica di maggioranza.
Medesimo discorso può essere affrontato in relazione alla carta-stampata: la maggior parte dei giornali quotidiani risultano essere “giornali di partito” e pertanto fortemente politicizzati.
La nuova forma di informazione “eversiva” viene rappresentata dagli innumerevoli siti internet che offrono aggiornamenti continui su tutti gli argomenti e soprattutto offrono delle visioni delle singole notizie del tutto libere e non studiate.
Quindi la nuova fonte di informazione “libera” è il web dove ognuno può offrire il proprio contributo di notizie ed anche di interpretazioni e valutazioni. Anche lo strumento del web ha però subito tentativi di attacco da parte dei poteri che vorrebbero impedire la diffusione di notizie completamente libere; fortunatamente per ora nessun intervento è riuscito a colpire nel segno.
L’informazione è uno degli strumenti più importanti affinché un popolo possa sentirsi realmente libero: solo attraverso le notizie ogni individuo può valutare in modo obiettivo tutto quello accade nel proprio territorio e può esprimere giudizi di merito sui propri governanti.
Tutte le dittature succedutesi nel mondo nel corso degli anni sono partite attraverso il totale controllo dell’informazione. Un popolo ignorante è sicuramente più facile da controllare e da sottomettere.
La rilevanza del diritto all’informazione è sancito anche dalla Costituzione Italiana che lo prevede espressamente nell’articolo 22.
Ad ogni modo siamo convinti che l’Italia sia davvero un paese democratico e che, nonostante le numerose storture presenti nel sistema di informazione, nessuno potrà evitare che il popolo acquisisca tutte le informazioni a lui necessarie.