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Divorzi all'estero

Il numero di coppie che va all'estero per divorziare è in costante crescita, questo perché riduce notevolmente i tempi eliminando il periodo di separazione

Divorzi all'estero

Dall'entrata in vigore della legge n° 898 sul divorzio nel 1° Dicembre del 1970, qualcosa è sicuramente cambiato, ma sembra che comunque non basti, ultimamente si sta verificando un fenomeno che ormai può essere definito significativo e definito 'turismo da divorzio': le coppie che vogliono un divorzio più veloce senza aspettare i tempi della legge italiana che sono di almeno tre anni, possono farlo sempre legalmente, andando all'estero in uno dei paesi della Comunità Europea grazie ad una normativa del Regolamento (CE) n. 2201/2003. Ormai si parla già di circa 8.000 coppie che in questi ultimi 5 anni hanno deciso di percorrere questa strada. Ma come mai succede questo ?
Dipende dalle normative relative allo scioglimento del matrimonio in vigore attualmente.
La legge del 1970 sul divorzio fu confermata nel 1974 con l'esito positivo di mantenerla in vigore grazie ad un Referendum abrogativo, fu rivista lievemente nel 1978 e nel 1987, in quest'ultima data ci fu la modifica più importante che riduceva il tempo di attesa dall'atto di separazione al divorzio da 5 anni a 3 anni. Nonostante quello che dice la legge, vuoi anche per la condizione di sovraccarico dei tribunali italiani, per tutte le procedure burocratiche di cui non stiamo qui a discutere, la conclusione di un matrimonio dura dai 4 ai 13 anni anche se si parla di divorzi consensuali. Questo perché nonostante tutto la procedura di separazione, che teoricamente dura tre anni dall'atto dell'istanza, 'sfora' sempre perché non si riesce a mantenere i tempi per le varie procedure. Da considerare che il periodo di separazione solo parlando di Comunità Europea, esiste solo in Italia, Polonia, Malta e Irlanda del Nord, paesi ancora dalla forte natura cattolica. Nel resto della Comunità il periodo di separazione è inesistente, si fa domanda di divorzio e basta.
Allora ecco trovata la scappatoia legale, basta prendere in affitto una casa in uno dei paesi comunitari: Inghilterra, Francia (ricordate il divorzio lampo di Sarkosy per sposare Carla Bruni ?), Spagna o anche Romania, trasferire la residenza e dopo sei mesi è possibile chiedere il divorzio e in altri sei mesi lo si ottiene, tra l'altro a costi legali molto ridotti. Con il documento tradotto e certificato dal traduttore come autentico, basta semplicemente farlo trascrivere in tribunale in Italia. Come vedete è una scappatoia, legale sì ma che sfrutta una diversità procedurale ed è pur sempre qualcosa che serve unicamente a semplificare normative che nel Bel Paese hanno modalità certamente diverse. In Italia l'altra soluzione è quello di chiedere l'annullamento del matrimonio tramite la Sacra Rota, a volte i tempi si riducono e così potrete anche risposarvi con rito cattolico se lo vorrete, ma certamente anche in questo caso l'esborso economico ha la sua parte.

Quindi, purtroppo, sembra che solo chi ha comunque una certa disponibilità può ottenere un divorzio breve, certo, le spese legali all'estero possono essere più basse, ma affittare una casa non è da tutti ed ha comunque un costo. Se nulla cambierà, anche se da parte delle associazioni degli avvocati continua ad esserci una pressione per un cambio delle normative burocratiche e per la semplificazione di certe procedure, alcuni saranno sempre destinati a tempi lunghi per un matrimonio sbagliato, mentre altri sfrutteranno sempre più la collocazione europea delle normative. Oltre che andare all'estero per il dentista, per studiare e ovviamente per le vacanze, faranno anche dei 'pacchetti divorzio' con finanziamento incluso. Non è da escludere.

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TAG  divorzio   separazione  
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