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Anche la salute va in crisi

Tagli alla sanità, più spese per i cittadini, ovvero meno soldi a causa della crisi e più stress.

Anche la salute va in crisi

Se da una parte il Servizio Sanitario nazionale cerca di ridurre le spese mediche facendo gravare ulteriori costi sulle famiglie, dall'altro gli italiani hanno sempre meno soldi da poter spendere in visite specialistiche. Un binomio che rischia di avere ripercussioni pesanti sulla qualità di vita delle persone.

Qual è il panorama sanitario ai tempi della crisi?

Il rapporto Osservasalute
L'allarme lo ha lanciato Osservasalute, l'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che con il suo rapporto 2011, presentato all'Università Cattolica di Roma, ha studiato gli effetti che la crisi economica scoppiata nel 2008 ha avuto su salute e qualità dei servizi offerti, che si somma agli interventi avviati proprio quell'anno per razionalizzare il Sistema Sanitario in molte regioni che risultavano in grande deficit.
Ciò ha comportato una riduzione dell'accesso e della qualità dei servizi; è vero che tali interventi sono giustificati per eliminare le inefficienze e gli sprechi, ma i tagli, se non razionalizzati, rischiano di gravare sulle tasche e la salute delle famiglie italiane.


Servizi sanitari ridotti
Gli interventi per razionalizzare il Sistema Sanitario Nazionale sono necessari e dovrebbero riguardare soprattutto gli acquisti e l'appropriatezza dei servizi, ma rischiano di concentrarsi in due direzioni che possono avere conseguenze negative:

  1. Viene ridotto l'accesso a servizi e prestazioni assistenziali fino ad ora garantiti; questo comporta l'introduzione di nuovi ticket e tagli ai finanziamenti destinati a regioni e comuni anche per l'assistenza agli anziani e ai disabili.
  2. Si fa gravare sul cittadino la spesa per alcune prestazioni non più a carico del Sistema Sanitario Nazionale; la qualità dell'assistenza peggiora e le liste di attesa sono molto lunghe in alcune Regioni.


Meno denaro più stress
I tagli alla sanità si sommano agli effetti complessivi della crisi economica; gli italiani hanno in genere meno soldi a disposizione e la “quota” di risorse che ogni cittadino può spendere per le cure e la prevenzione si riduce in modo considerevole. In più aumentano i fattori di stress: incertezza sul futuro, preoccupazione per il posto di lavoro, disoccupazione e precarietà. Tutto ciò causa ansia e stress che possono peggiorare notevolmente la qualità di vita e generare nel tempo problemi di salute.

Più farmaci costosi

Il Sistema Sanitario Nazionale ha ridotto anche la spesa pubblica per i farmaci e di conseguenza è aumentata quella privata del 10,7 % e non solo per i prodotti da banco, ma anche per quelli usati per la cura di malattie croniche. Questa è la vera privatizzazione della Sanità che spaventa, che causa un aumento delle spesa farmacologica “necessaria” agli Italiani.


Aumentano gli antidepressivi
In compenso è aumentato di 4 volte in 10 anni il consumo di antidepressivi, perché oltre allo stato di preoccupazione per il periodo che stiamo attraversando, gli italiani hanno meno soldi per affrontare gli stessi problemi sul lettino dello psicologo. Quindi meno costosa e più veloce una pillola ansiolitica o antidepressiva.

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