Il Porcellum è incostituzionale in due punti: lo ha decretato ieri la Consulta, bocciando di fatto la legge elettorale e avviando la creazione di una nuova per passare poi alle elezioni.

Il Porcellum è stato abbattuto. È la decisione presa dalla Corte Costituzionale ieri, per nove voti contro sei, che ha dichiarato la Legge Calderoli incostituzionale in due dei suoi punti. Con la sentenza emessa ieri, si dovrà presto formulare una nuova legge elettorale e passare presso alle elezioni in quanto, nel momento in cui la sentenza verrà pubblicata, il Parlamento verrà svuotato di ogni legittimità.
Per l'approdo del ricorso al Porcellum alla Corte Costituzionale bisogna ringraziare Aldo Bozzi, un avvocato milanese che ha forse vinto, con la giornata di ieri, la sua battaglia più importante. Nel novembre del 2009 Bozzi ha infatti presentato, insieme con altri 27 firmatari, un ricorso di oltre 50 pagine contro la presidenza del Consiglio dei Ministri e il ministero dell’Interno per lesione del diritto di voto. Nella primavera del 2013 la battaglia sembrava persa, perché il ricorso era stato dichiarato infondato in primo grado e in appello, ma grazie ad un'ordinanza interlocutoria emessa dalla Corte di Cassazione la questione è stata rinviata alla Corte Costituzionale.
L'abolizione e le motivazioni
La Consulta ha bocciato il Porcellum dichiarandolo incostituzionale. Sono due, in particolare, gli aspetti della Legge Calderoli che sono stati aboliti: il premio di maggioranza, che prevedeva ambiti territoriali diversi per l'attribuzione dei seggi e che non ci fosse una soglia minima di voti per essere assegnato, e le liste bloccate, che non permettevano di esprimere preferenze durante le elezioni, accettando passivamente le scelte e le graduatorie prestabilite dai partiti.
Le motivazioni del pronunciamento, hanno fatto sapere i giudici, «saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici. Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali». Questo significa che, fino a quando la Consulta non esporrà le ragioni che l'hanno spinta a dichiarare incostituzionale il Porcellum per i due punti sopracitati, il provvedimento non sarà efficace. E, inoltre, fino a quando non si prenderanno decisioni nuove in parlamento, non ci sarà un ritorno al Mattarellum (la legge elettorale precedente al Porcrellum, ndr).
Le reazioni
Nel mondo della politica le reazioni all'abolizione del Porcellum sono state, quasi ovunque, accolte con gioia e con la speranza che presto venga riformata nuovamente la legge elettorale così da poter andare presto alle elezioni. È il pensiero di Nichi Vendola, secondo il quale «la sentenza della Consulta è un raggio di sole nel gelo democrazia, è atto di giustizia contro quel Porcellum con cui la destra ha offeso l'Italia»; ma anche quello di Alfano, che ha riferito che la decisione presa è «ottima. A questo punto non ci sono più pretesti e alibi per alcuno. Si deve procedere con urgenza a cambiare la legge elettorale».
Nonostante l'appoggio al Porcellum, è anche il pensiero di Mariastella Gelmini, la quale ha spiegato: «Se il Porcellum è considerato incostituzionale sia per le liste bloccate sia per l'eccessivo premio di maggioranza, è allora vero che una volta riformata la legge elettorale, e in permanenza di un Parlamento non più legittimato, l'unica decisione costituzionalmente valida che può essere presa dal Capo dello Stato è lo scioglimento delle Camere e il voto anticipato».
Diversa l'opinione di Silvio Berlusconi, che tanto aveva fatto affinché il Porcellum venisse a suo tempo approvato: «La Corte Costituzionale – ha dichiarato il Cavaliere – è un organismo politico della sinistra. L a nostra architettura istituzionale è fatta non per decidere, ma per vietare. Il presidente del Consiglio italiano ha solo il potere di stendere l’odg del Consiglio dei ministri. Non ho ancora un’informazione precisa, non posso fare commenti. Bisogna vedere cosa hanno dichiarato incostituzionale».