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Femminicidi: sale a 70 il numero di donne uccise nel 2013

Ancora due tragedie che vedono vittime le donne per mano dei loro compagni.

Ancora due casi di femminicidio: i mariti uccidono le mogli perché non accettano la fine della loro relazione.
Cristina Biagi a Massa e Erika Ciurlia a Taurisano in provincia di Lecce si aggiungono alla lunga lista di donne ammazzate da inizio anno: siamo solo alla fine di luglio e sono già 70 i delitti compiuti 2013.

Domenica scorsa Cristina Biagi, 28 anni, è stata uccisa a sangue freddo dal marito Marco Loiola, 40 anni, con due colpi di pistola, uno al volto e l'altro all'addome. Il matrimonio della coppia era in crisi da tempo e l'uomo riteneva che il colpevole fosse Salvatore Gualdiero, muratore di 48 anni.

Accecato dalla gelosia Loiola ha sparato per sei volte al presunto amante della moglie, ferendolo gravemente, ma senza ucciderlo. Poi si è diretto sul litorale di Marina di Massa e si è recato presso il ristorante in cui lavorava la moglie; è entrato dentro il locale e ha sparato a Cristina che si trovava dietro il bancone del bar. Subito dopo è uscito e si è suicidato.

Cristina e Marco non erano separati formalmente ma la donna aveva deciso di tornare a vivere dai sui genitori insieme alle figlie di 3 e 10 anni. Il marito la perseguitava accusandola di avere una relazione con Salvatore, tra i due invece c'era solo una semplice amicizia. Poco tempo prima della tragedia Cristina aveva sporto denuncia alla polizia e ai carabinieri contro il marito per minacce ed aggressioni. Le indagini erano state avviate ma gli eventi sono precipitati prima dell'intervento della procura.

Gli investigatori non hanno dubbi sul movente: la gelosia. Poche ore prima dell'omicidio, Marco ha scritto un post inquietante sulla sua pagina Facebook. All'inizio una citazione di Bob Marley, “Si sbaglia sempre. Si sbaglia per rabbia, per amore, per gelosia. Si sbaglia per imparare”. E subito dopo: “Perdono molto ma non tutto! Dimentico subito ma non sempre! Non porto rancore ma detesto chi mi prende in giro!”.

70 femminicidi da inizio 2013
Il giorno successivo alla tragedia avvenuta a Massa, in Puglia è stata uccisa un'altra donna per mano del marito. In entrambi i casi il movente è stato il rifiuto per la fine del matrimonio.

Femminicidio-suicidio a Taurisano (LE): Franco Capone, 46 anni, ha sparato uccidendo la moglie Erika Ciurlia di 43 anni, e poi si è tolto la vita.
Poco tempo prima dell'omicidio la donna aveva comunicato al marito di volersi separare: Franco aveva reagito violentemente tanto da spingere Erika a sporgere denuncia alla polizia per minacce. «Se te ne vai, ti ammazzo», le aveva detto l’ex marito.
I due coniugi erano genitori di tre figli: una ragazza 25 anni, uno di 18 e una bambina di 4. Il figlio viveva con il padre mentre le due figlie si erano trasferite con Erika a casa dei nonni.

Dalle prime ricostruzioni è emerso che Franco aveva dato appuntamento alla moglie per un chiarimento nella casa in cui vivevano prima di separarsi. In realtà avrebbe approfittato della situazione avere un riavvicinamento con lei, gli inquirenti hanno supposto che possa aver tentato anche un approccio sessuale. Erika ha respinto l'ex marito e ha deciso di risalire in macchina per andarsene. A quel punto Franco ha perso la testa, si è avvicinato al finestrino dell'auto impugnando una pistola detenuta illegalmente e ha sparato due volte alla moglie colpendola alla testa. Erika è morta all'istante. Poi si è seduto in auto dal lato del passeggero e si è tolto la vita con un colpo alla tempia. I cadaveri sono stati ritrovati dal figlio diciottenne, sotto shock, che si era precipitato in garage dopo aver sentito gli spari.

«Ancora una donna - ha commentato Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia - che viene punita per il suo atto di libertà, una donna che viene punita dal suo uomo, capace anche di sopprimere se stesso, la propria vita, pur di non riconoscere la libertà a colei che considerava una sua proprietà privata».

Di Elisa Gamberi © Riproduzione Riservata
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