Parte 2 di "Ermafroditi"

Gli esami per stabilire l’identità sessuale
Nei casi di ambiguità sessuale bisogna fare una serie di test per stabilire l’identità sessuale. Quelli del sangue permettono di verificare la quantità di ormoni maschili e femminili presenti nell’organismo e di capire se ci sono disfunzioni. Poi è necessaria una visita medica per controllare i genitali, mentre per l’analisi dei cromosomi si esegue un tampone orale.
Infine è fondamentale un consulto psichiatrico, che valuta l’eventuale presenza di un disturbo di identità. Talvolta però il esso che si accerta con i cromosomi non corrisponde a quello fisico, come nel caso della sindrome di Morris, dove una persona è geneticamente maschio, ma non lo è nel corpo né nella mente.
Ermafrodita, Ermafrodito, Ermafrodite o Ermafroditi?
Facciamo un pò di chiarezza tra i termini utilizzati, spesso erroneamente anche per via della confusione intrinseca tra maschile e femminile.
Ermafrodito (o anche Ermafrodita) è il sostantivo maschile corretto per indicare un essere vivente animale o pianta che presenta ermafroditistmo.
Ermafrodito è anche un personaggio della mitologia greca, figlio molto bello di Ermes e di Afrodite diventato un essere androgino dall'unione fisica con la ninfa Salmace, diventando al contempo sia uomo che donna.
Ermafrodite è usato come aggettivo per sostantivi femminili, es "specie ermafrodite", Ermafroditi è il plurale del sostantivo maschile Ermafrodito.
Androginia
L'Androginia è la combinazione e sovrapposizione di una o più caratteristiche "fisiche" maschili e femminili in uno stesso individuo.
La definizione (non scientifica) non fa riferimento alle modalità di riproduzione o all'orientamento sessuale (non è quindi sinonimo di Bisessualità). Un essere androgino è quindi un essere in cui si evidenzia la coesistenza di aspetti esteriori e comportamenti propri di entrambi i sessi.
Chi è l’ermafrodita
L’ermafrodita, comunque, è quella persona che possiede organi genitali sia maschili che femminili. Nei pochissimi casi conosciuti è stato compito dei genitori “scegliere” il sesso del bambino, dopo alcuni esami che valutano la predisposizione a livello ormonale, ovvero la prevalenza di testosterone (ormone maschile) o di estrogeni (ormoni femminili). Dopo questa decisione, cioè alla così detta attribuzione dei genitali e quindi del sesso, si interviene chirurgicamente per asportare l’organo sessuale in eccesso. Per fortuna queste vicende sconvolgenti sia dal punto di vista psicologico che fisico, sono davvero rare.
Lo pseudoermafroditismo
Molto più frequenti rispetto agli ermafroditi, ma non per questo con minori problemi, sono i casi di pseudoermafroditismo, ovvero quelle persone che possiedono i genitali ambigui. Per esempio maschi con il pene e i testicoli molto piccoli (o addirittura testicoli interni) e anche un accenno di vagina; oppure femmine con un clitoride molto grande che assomiglia a un pene. Questo tipo di malformazioni hanno diversi gradi e sono più o meno evidenti, in più possono aggiungersi altri disturbi: uomini con assenza di peluria e voce soave, o donne irsute, con tratti e timbro di voce mascolini. In questi casi il problema esiste già a livello fetale; all’interno dell’utero infatti, il feto può subire disfunzioni ormonali che lo portano ad avere un eccesso di ormoni maschili o femminili.
La sindrome di Morris
Altra malattia, diversa dalle altre, è la sindrome di Morris; tra le persone più famose che hanno questo disturbo si ricorda la bellissima attrice Kim Novak. Chi è colpito da questa malattia è un maschio a livello genetico (per cui ha un cromosoma X e uno Y), ma non assimila, già a livello fetale, gli ormoni maschili. La netta conseguenza alla nascita è che il bambino presenta tutte le caratteristiche femminili: non ha il pene, i testicoli sono nascosti, ha la vagina, ma non possiede l’utero (e dunque non potrà avere figli). In ogni caso sia a livello fisico che psicologico questa persona, si sente in tutto e per tutto donna, e spesso, i tratti somatici sono particolarmente delicati e femminili, così come il modo di pensare.
Gli esami per stabilire l’identità sessuale
Nei casi di ambiguità sessuale bisogna fare una serie di test per stabilire l’identità sessuale. Quelli del sangue permettono di verificare la quantità di ormoni maschili e femminili presenti nell’organismo e di capire se ci sono disfunzioni. Poi è necessaria una visita medica per controllare i genitali, mentre per l’analisi dei cromosomi si esegue un tampone orale.
Infine è fondamentale un consulto psichiatrico, che valuta l’eventuale presenza di un disturbo di identità. Talvolta però il esso che si accerta con i cromosomi non corrisponde a quello fisico, come nel caso della sindrome di Morris, dove una persona è geneticamente maschio, ma non lo è nel corpo né nella mente.