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Yoga, ascoltare il corpo e rilassare la mente

Praticare lo Yoga per portare un tocco positivo di oriente nella nostra vita frenetica. Imparare ad ascoltare il nostro corpo, per rilassare la nostra mente

Yoga, ascoltare il corpo e rilassare la mente

In qualsiasi palestra andiamo o con qualsiasi persona parliamo, ai nostri giorni non c’è nessuno che non abbia mai sentito parlare o provato a seguire una lezione di yoga, disciplina diventata molto attuale della quale al giorno d'oggi esistono tantissime variazioni.
Nato in India, lo Yoga, dalla radice sanscrita yuj = unione, indica l’insieme delle tecniche che consentono l’allineamento del corpo, della mente e dell’anima con Dio.
Le tecniche insegnate dallo Yoga si fondano sulla fisiologia indiana, secondo la quale il corpo umano è attraversato da canali energetici, le nadi, nei quali scorre il prana, l'energia universale. Le nadi sono oltre 40.000 (forse 72.000) ed irradiano tutto il corpo dell'energia dell'universo, i tre canali più importanti sono ida, pingala e sushumna che scorrono intorno alla spina dorsale, incrociandosi in alcuni punti.

Credits: Foto di @geralt | Pixabay
La prima grande opera indiana che descrive e sistema le tecniche dello Yoga è lo Yoga Sutra (Aforismi sullo Yoga), redatto da Patanjali, ritenuto massimo studioso del Raja Yoga, uno dei quattro Yoga di base. La diffusione di pratiche risalenti al III secolo A.C. è avvenuta in occidente tra il diciannovesimo e ventunesimo secolo, come la meditazione, dhyana, gli esercizi di controllo del respiro, pranayama, o le asana, le celebri "posizioni" con cui lo Yoga viene solitamente identificato; tralasciando però quasi sempre gli altri livelli, in particolare i primi due e per questo fondamentali. Ciò è dovuto al fatto che nella società occidentale il rapporto con lo Yoga non è mai stato strettamente relazionato alla religione, ma è sempre stato inteso come una disciplina che mira al riequilibrio psicofisico dell'uomo ed al raggiungimento di uno stato di "benessere".


Gli stadi dello Yoga sono otto: YAMA, NIYAMA, ASANA, PRANAYAMA, PRATYAHARA, DHARANA, DHYANA, SAMADHI.
Con Yama si intendono i "comandamenti morali universali", o astensioni. Sono i cinque "freni" su cui si fonda l'etica dello Yoga e sono comuni anche ad altre religioni come quella cattolica:

  1. Ahimsa: non-violenza, astensione dall'infliggere a qualsiasi essere vivente qualunque tipo di male, sia esso fisico, psicologico, ecc.;
  2. Aparigraha: distacco, non-attaccamento, astensione dalla bramosia del possedere;
  3. Asteya: onestà, astensione dalla cupidigia, liberazione dall'avidità;
  4. Brahmacharya: castità (intesa soprattutto come purezza morale e sentimentale);
  5. Sathya: verità, aderenza al vero, sincerità (soprattutto con se stessi).

Con Niyama si intendono le regole dell'autopurificazione.

  1. Saucha: pulizia, salute fisica, purezza;
  2. Santosa: appagamento, felicità della mente, l'accontentarsi;
  3. Tapas: ardore, fervore nel lavoro, desiderio ardente di evoluzione spirituale;
  4. Svadhyaya: studio di sé stessi, ricerca interiore;
  5. Ishvara Pranidhana: abbandonarsi alla Divinità, la resa al Signore di tutte le nostre azioni.


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Asana, le posizioni dello yoga

Le asana sono posizioni o posture utilizzate in alcune forme di yoga, in particolare nello Hatha Yoga. La funzione delle asana è direttamente collegata alla fisiologia indiana, fondata sul sistema sottile. Secondo tale sistema, attraverso l'assunzione di diverse posizioni del corpo, il praticante diviene in grado di purificare i canali energetici, incanalare l'energia verso specifici punti del corpo ed ottenere così un notevole beneficio psico-fisico.
Il Pranayama si riferisce al controllo del respiro ed è il quarto stadio dello Yoga. Insieme a Pratyahara, questi due stati dello Yoga sono conosciuti come le ricerche interiori ed insegnano come controllare la respirazione e la mente, quale mezzo per liberare i sensi dalla schiavitù degli oggetti di desiderio.
Con Pratyahara si intende l'emancipazione della mente, il suo ritiro dagli oggetti dei sensi, mentre con il Dharana si indica la capacità di concentrazione, di estrema importanza nella disciplina dello Yoga.
Dhyāna letteralmente significa meditazione e con Samadhi si intende uno stato di coscienza superiore: è l'unione con Paramatma (Dio), l'unione del meditante con l'oggetto meditato, l'unione dell'anima individuale con l'Anima universale. Si può individuare con uno stato d'essere equilibrato, raggiungimento del benessere totale, tramite un percorso che porta ad uno stato di profonda realizzazione.

Superati questi stadi, secondo le leggi dello Yoga c’è il raggiungimento del benessere totale ad un livello superiore, che ricongiunge il nostro io con forze superiori.

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