Quante volte ci siamo trovati a sentenziare sulle azioni altrui e in quante altrettante situazioni siamo stati noi a ricevere un giudizio sul nostro modo di essere? Dovremmo iniziare a smetterla con questa cattiva abitudine!

Sebbene siamo nel 2022 le persone si permettono ancora di emettere sentenze sul modo in cui gli altri si vestono, truccano, camminano o semplicemente per come si esprimono.
Nonostante riteniamo di vivere in una società moderna ed emancipata non è poi così scontato decidere liberamente per sé, fregandosene di come gli altri possono vederci perché purtroppo sappiamo quanti individui giudicanti ci sono.
E quando si tratta di donne che vogliono affermare la propria libertà di espressione scegliendo cosa indossare, come vivere e cosa fare, la brutta abitudine del giudizio è ancora più diffusa ed ha un nome: slut shaming.
Questo termine deriva dal neologismo che mette insieme le parole inglesi “slut” che significa sgualdrina, poco di buono e “shaming” che vuol dire far vergognare e non è altro che la tendenza a giudicare e criticare, in particolar modo il gentil sesso.
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Un pregiudizio
Frasi all'apparenza semplici e banali come “se l'è andata a cercare” o “è vestita come una poco di buono” in realtà hanno un peso enorme e nessuno dovrebbe mai permettersi di pronunciarle.
Purtroppo però sono molto diffuse e i gravosi pregiudizi sulle donne sono all'ordine del giorno, non solo da parte di uomini violenti psicologicamente ma anche da parte di altre donne e di giovani ed hanno gravi conseguenze.
Solitamente chi subisce slut shaming si colpevolizza, si sente umiliato, sbagliato e pensa di avere poco valore come individuo ma soprattutto finisce per credere a chi giudica.
Così una vittima di stupro “se l'è meritata” perché indossava una gonna, o la ragazza protagonista di video intimi che poi subisce revenge porn, se l'è andata a cercare.
È necessario cambiare
Questi giudizi hanno un peso enorme e generano sensi di colpa nelle vittime che si sentono umiliate, sbagliate ma finiscono per credere alle cattive voci che circolano. Inoltre, la cosa ancora più terribile, è che la maggior parte delle persone sminuisce tali situazioni considerando la normalità il fenomeno dello slut shaming.
È fondamentale, invece, diffondere e far conoscere il più possibile questa “cattiva abitudine” parlandone, facendo educazione sessuale nelle scuole e sensibilizzando i giovani ma anche le loro famiglie, gli insegnanti, gli educatori.
Solo così le nuove generazioni potranno crescere con una visione della donna differente.
Cosa fare in concreto?
La prima azione importante da mettere in atto è riconoscere questo fenomeno, solo così è possibile iniziare a cambiare le parole e ad usare un linguaggio empatico, privo di giudizi e stereotipi.
Poi imparare ad ascoltare senza necessariamente rilasciare sentenze ed infine chiedersi sempre come ci sentiremmo noi se ci dicessero determinate frasi?
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