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Meccanismi di difesa per essere sereni

Quando la nostra psiche si attiva per difenderci dal dolore, dall'ansia e dal malessere.

Meccanismi di difesa per essere sereni

La fine di un'amore, il tradimento di un amico, un fallimento lavorativo e qualunque evento traumatico provocano nelle persone stati d'ansia talvolta molto profondi. E spesso quando il dolore ci colpisce le difese psichiche scattano, attraverso i meccanismi che l'Io mette in atto per difenderci dal dolore e aiutarci ad affrontare la realtà. Questo è un bene, a patto che l'autoprotezione non sia eccessiva e perciò è importante conoscere bene i meccanismi psichici per poter intervenire subito.

La nostra mente e le sue strategie
I meccanismi di difesa che le persone usano, in modo inconscio, per affrontare ansia e dolore e sopravvivere, sono molti. Si distinguono in forme primitive, tipiche dei bambini e delle persone con disturbi di personalità o che stanno vivendo una situazione molto dolorosa, e forme secondarie, che si ritrovano invece negli adulti.


Credits: Foto di @Convegni_Ancisa | Pixabay
I meccanismi primitivi

  • Il ritiro primitivo: quando usa questo meccanismo di difesa, solitamente la persona cerca rifugio in un altro stato di coscienza, di solito il sonno (pensiamo al bambino che dopo stimoli eccessivi o forti tensioni si addormenta).
  • La negazione e il diniego: con questo meccanismo si arriva a negare la fonte delle proprie angosce. Si parla di negazione quando quello che si cerca di cancellare è solo la parte affettiva ed emotiva legata ad una certa situazione (per esempio dopo la fine di una storia si nega a se stessi di aver mai provato un sentimento per quella persona). Quando si arriva ad una difesa estrema si parla di diniego, cioè si nega tutta la situazione (una persona sa di essere malata e nega la gravità di tale stato).
  • La proiezione: è un meccanismo di difesa che consiste nell'attribuire ad altri o all'ambiente esterno quei sentimenti e quelle emozioni che non si riescono ad accettare. Così tutto ciò che è negativo appartiene agli altri e tutto ciò che è bene è in noi (in un insuccesso tutte le colpe vengono addossate agli altri).

I meccanismi secondari

  • La rimozione: simile al diniego, riguarda però soprattutto i ricordi e consiste nell'inconsapevole cancellazione di un ricordo o esperienza particolarmente traumatici. Può essere totale o parziale a seconda della capacità di sopportazione della persona.
  • La regressione: è un meccanismo di difesa molto comune. In questa situazione la persona adulta torna “bambino” per qualche giorno, ora, periodo, per staccare la spina dalle tensioni. In casi più gravi però la regressione diviene un modo di relazionarsi con la vita e non si assumono mai le responsabilità.
  • L'intellettualizzazione: è quel meccanismo che porta le persone a controllare e frenare in modo razionale i sentimenti difficili da gestire e per evitare di doversi trovare a vivere situazioni dolorose, le evitano a priori, con il rischio di non godersi la vita.
  • La razionalizzazione: il processo per cui si trovano buone ragioni per lenire il dispiacere o il disappunto per qualcosa che ci è capitato. Per esempio chi viene lasciato dal partner può dire a se stesso che non era la persona giusta.


Credits: Foto di @Greyerbaby | Pixabay
Imparare a gestire le emozioni
I meccanismi di difesa sono processi psichici inconsci, spesso seguiti da una risposta di tipo comportamentale che ognuno di noi mette in atto più o meno automaticamente per affrontare le situazioni stressanti. Il meccanismo di difesa entra in azione di fronte ad una situazione che genera un'angoscia eccessiva, con lo scopo principale di escludere dalla coscienza ciò che riteniamo pericoloso o inaccettabile per noi stessi.
L'importante però è che questi meccanismi non degenerino in vere e proprie fobie, come evitare qualunque contatto con estranei perché ritenuti pericolosi, oppure in ossessioni o distacchi dalla realtà che portano alla creazione di mondi fantastici in cui la mente trova rifugio.
È fondamentale non reprimere sentimenti e pulsioni perché spesso riemergono sotto altre forme come le malattie psicosomatiche. Bisogna sempre affrontare i problemi, senza nascondersi, accettando le emozioni e imparando a verbalizzare e raccontare gli stati d'animo. La psicoterapia può essere la strada più efficace, a condizione che non si intervenga troppo tardi.

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TAG  psicologia   ansia  
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