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Invidia

Un sentimento più che naturale e umano, che è negativo se fine a se stesso, ma positivo se porta a migliorarsi.

Invidia

L’invidia fa parte da sempre della natura umana; colpisce prevalentemente le donne, ma si sta diffondendo largamente anche tra gli uomini. Si tratta di per sé di un sentimento negativo, che può però trasformarsi in uno stimolo utile se serve a ribellarsi a situazioni di ingiustizia.
 


Poca autostima

Alla base dell’invidia c’è spesso una bassa autostima o una carenza di fiducia in se stessi. La causa può dipendere da problemi affettivi risalenti all’infanzia o a una situazione momentanea di cui si è insoddisfatti. Quando si prova invidia si pensa di avere poco valore e non si è contenti di se stessi, rimanendo così spettatori impotenti della propria vita, senza agire positivamente. Spesso manca lo stimolo al miglioramento e si entra così in un circolo vizioso che paralizza e destabilizza, provocando dolore e senso di inadeguatezza. L’invidia porta a vedersi nella luce peggiore e a considerare che le qualità altrui dipendano dalla fortuna.
 


Credits: Foto di @Free-Photos | Pixabay
Invidia negativa e invidia positiva

Spesso l’invidia è di breve durata e diretta verso piccole cose, e diventa preoccupante quando porta con sé frustrazione e negatività. Il problema inizia quando paralizza e la persona evita esperienze che la esporrebbero al rischio di sentirsi inferiore, oppure si inibiscono le proprie capacità.
Non è sempre un sentimento negativo, ma può essere positiva quando si desiderano le qualità di un'altra persona senza il desiderio di toglierle ciò che ha. In questo caso si vorrebbe emulare l’altro, per migliorarsi. Diventa positiva anche quando fa scattare una ribellione, per esempio verso un’ingiustizia subita quando gli altri acquisiscono vantaggi che appaiono immeritati.
 

 

Nasconderla?
Solitamente l’invidia è un’emozione che inizia nei sogni ad occhi aperti, quando si immagina quello che non si ha e che si vorrebbe avere. Questo qualcosa di solito lo hanno gli altri e da qui nasce la domanda “perché lui si e io no?”. In questo modo nasce l’invidia come emozione dolorosa e scaturisce proprio dal confronto fra la propria situazione e quella dell’altra persona, con la constatazione della propria inferiorità in un determinato ambito. Ed è distruttiva se ogni volta si spera che il protagonista cada in disgrazia, ipotizzando che questo faccia stare meglio.
L’invidia è solitamente un peccato segreto, un’emozione che non esce quasi mai allo scoperto, che non si confessa facilmente e spesso si nega.


Credits: Foto di @andremsantana | Pixabay


La soluzione

Per prima cosa bisogna riconoscere di essere invidiosi, senza rifiutare questo sentimento o rimuoverlo. È importante anche trovare dei tentativi per consolarsi, riconoscendo quella differenza che si sente come mancante rispetto all’altro e cercando di controbilanciarla ricordando le proprie peculiarità, che possono essere un vantaggio. Si deve usare l’invidia come uno stimolo, partendo da quello che si è e dalla valorizzazione delle proprie qualità, riconoscendo il proprio talento e impegnandosi al meglio. Talvolta può essere utile un percorso psicoterapeutico e iniziare a coltivare delle passioni proprie.

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