Farmacie, grandi magazzini, supermercati, ma anche case di amici e conoscenti: oggetti di poco valore che chiunque può acquistare, ma bisogna rubare per avere il brivido della paura, quella di essere scoperti. È un impulso irresistibile, che fa sentire in colpa, malati

La cleptomania
La cleptomania viene catalogata tra i disturbi ossessivo compulsivi, perché la persona che ne è affetta non riesce a pensare ad altro, prova un impulso irrefrenabile e non controllabile razionalmente. Chi ne soffre vive sempre sospeso tra l’esaltazione e la depressione, l’umore subisce continui sbalzi e raggiunge l’apice del piacere mentre si ruba. Gli oggetti rubati sono spesso di poco valore, cose di cui non si ha un a vera necessità. Prima dell’azione le persone vivono un senso di profonda angoscia e dopo, invece, di rimorso: il furto viene eseguito per placare la sensazione ansiosa! Esiste anche un’altra forma di cleptomania classificata “perversa”, che porta a un vero e proprio stato di eccitazione sessuale, e talvolta all’orgasmo, ed è tipica dei feticisti e dei collezionisti patologici.
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I motivi
Chi soffre di questo disturbo, vive un senso di sfida continua, ed è convinto di riprendersi, rubando, ciò che pensa gli spetti di diritto. Ciò che conta è il gesto, la trasgressione, il messaggio implicito. È una patologia che inizia nell’infanzia e deriva sempre da una profonda carenza affettiva. Rubare serve a compensare la mancanza d’amore e di vere attenzioni. Il cleptomane, in genere è stato un bambino molto trascurato, o che si è sentito tale, cresciuto in un ambiente carente di stimoli. I furti che compie in età adulta hanno il significato di protesta, che non riesce ad esprimere in altro modo. Freud sosteneva che il piacere del cleptomane non risiede nel compiere il furto, ma nell’idea che poi potrà essere punito. Il disturbo nasce cioè, dal senso di colpa preesistente, che cerca una punizione per essere alleviato.
Tentazioni comuni
Tutti una volta nella vita hanno provato il desiderio di portarsi via l’accappatoio dall’albergo, o un bicchiere da un bar. In questo caso non si tratta di cleptomania, ma di trasgressione. Questo tipo di furtarello, fa tornare bambini, in quel mondo in cui tutto è mio, e basta questa illusione per prenderselo.
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Curarsi
Oltre ad essere schiavo della voglia di rubare, il cleptomane rischia di passare dei guai con la giustizia. Quindi è necessario curarsi! La psicoterapia comportamentale e cognitiva può dare buoni risultati perché è un approccio che aiuta a leggere e trasformare le emozioni che si nascondono dietro ai comportamenti che non hanno alcuna finalità pratica se non quella di esprimere uno stato di disagio. Anche la psicoterapia di gruppo facilita lo scambio con gli altri e aiuta a sdrammatizzare il proprio disagio. Talvolta è necessaria una cura combinata di farmaci antidepressivi e psicoterapia. Una buona tattica è quella di tenere sempre a disposizione degli ansiolitici sublinguali da prendere ai primi segnali di crisi; in questo modo sarà più semplice fermare qualcuno, mettersi a parlare e distrarsi.