Temere che le persone a noi care ci lascino è un blocco da risolvere per vivere meglio

Quando finisce una storia d'amore o quando un amico si trasferisce dall'altra parte del mondo, molti di noi si sentono abbandonati e soffrono. In realtà la paura di essere abbandonati nasconde il timore di restare soli, di conseguenza ci si aggrappa in maniera emotivamente dipendente agli altri, con il risultato inevitabile di una separazione.
Ma è possibile superare il timore di essere abbandonati? Vediamo insieme i cinque passi da compiere per essere emotivamente indipendenti e costruire relazioni sane con gli altri.
Abbandono o rifiuto?
Innanzitutto bisogna distinguere l'abbandono dal rifiuto, perché in realtà molte persone confondono queste due situazioni. Abbandonare qualcuno significa lasciarlo, non volersene più occupare perché c'è qualcun altro o qualcosa d'altro da fare; la ferita in questo caso riguarda il piano dell'avere e del fare.
Rifiutare, invece, significa respingere, non volere accanto a sé ed escludere dalla propria vita qualcuno. Si tratta di una ferita molto profonda, perché la persona si sente respinta in tutto il suo essere e nel suo diritto di esistere, di essere.
Chi rifiuta usa l'espressione “non voglio”, mentre chi abbandona il “non posso” e c'è una differenza sostanziale.
La paura dell'abbandono è insita in ciascuno di noi fin dall'infanzia quando temiamo di essere abbandonati dai genitori, ma crescendo alcune persone più di altre continuano ad avere questa paura ogni volta che stringono dei legami. Ciò non è sano perché porta a costruire rapporti di dipendenza emotiva, basati sul timore di perdere chi amiamo e non ci concentriamo invece sulla bellezza del dare incondizionatamente.
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Cosa fare allora?
- La prima cosa da fare, ogni volta che abbiamo una paura, è darle un nome e quindi ammettere la sua esistenza. Essere consapevoli aiuta a superare le situazioni negative. Nel caso del timore dell'abbandono proviamo a immaginarci di rimanere soli e chiediamoci che cosa non accettiamo di noi stessi, della nostra vita e del nostro passato. Diamo un nome a queste singole immagini e proviamo a fare pace con loro.
- Solitamente chi teme l'abbandono è portato a sopravvalutare le persone a cui è legato e a sottovaltare se stesso. Per questo motivo quando una storia finisce noi stiamo male. Sarebbe il caso, invece, di imparare anche a guardare noi stessi, le nostre qualità, i nostri aspetti positivi e lavorarci sopra per poter avere uno scambio equo con l'altro.
- Impariamo a vedere la fine di qualcosa in maniera positiva e a pensare che se le relazioni finiscono probabilmente un motivo c'è. La fine di qualcosa porta inevitabilmente a situazioni nuove, fuori e dentro di noi: impariamo a guardarle!
- Non generalizziamo: se qualcuno ci abbandona, non significa che lo faranno tutti e se abbiamo collezionato una serie di abbandoni, interroghiamoci su cosa abbiamo fatto anche noi. Forse abbiamo trasmesso la nostra ansia di rimanere da soli, soffocando gli altri? Inoltre non focalizziamoci solo sulle esperienze negative, ma pensiamo anche a quelle relazioni in cui forse anche noi abbiamo abbandonato. Aiuterà ad essere più obiettivi.
- Carpe diem! Non pensare troppo al futuro, a ciò che potrà accadere, perchè genererà solo ansia e timore. Impariamo a godere di quello che abbiamo ora, senza pensare a ciò che potrebbe portarci via la persona amata.
Se vuoi approfindire questo tema, prova a leggere Libera la tua vita di Lucia Giovannini e Le 5 ferite e come guarirle di Lise Bourbeau.