Per combattere il tumore del collo dell’utero, una delle malattie più diffuse tra le donne, sta per arrivare un nuovo metodo che permette di effettuare una chemioterapia locale e quindi più mirata ed efficace, con meno effetti collaterali e con un minore impatto sulla qualità della vita

Il metodo
Si tratta di un dispositivo intrauterino, simile alla spirale anticoncezionale, che si posiziona all’interno della cervice uterina, dove rilascia le sostanze per curare il tumore. La giusta denominazione è “apparecchio intracervicale”. Viene inserito dal ginecologo nella cervice uterina della donna che deve effettuare la chemioterapia. Questa spirale viene imbevuta di sostanze come tassolo, platino e topotecan, le più indicate per la cura di questi tumori, e vengono rilasciate lentamente e selettivamente in prossimità degli organi bersaglio, quelli che possono già essere stati raggiunti dalle cellule tumorali. Il dispositivo, del tutto indolore, va tenuto per qualche giorno, affinché rilasci il farmaco, poi il ginecologo provvederà a rimuoverlo. Dopo un po’ di tempo, in base alla necessità della donna e del tipo di cura, si può iniziare un nuovo ciclo.
I vantaggi rispetto alle cure classiche
Questo metodo ha numerosi vantaggi; per prima cosa evita gli effetti collaterali causati dalla somministrazione per via endovenosa dei chemioterapici e quindi addio a nausea, vomito, perdita di capelli, intossicazioni e malessere generale. In secondo luogo l’efficacia è molto maggiore perché i farmaci sono somministrati in modo mirato. Infine un altro aspetto da non sottovalutare è che durante la cura la donna può continuare ad avere rapporti sessuali, e contare su un’intesa di coppia appagante, a vantaggio del benessere fisico e psicologico, fondamentale per l’approccio con la malattia.
È disponibile il dispositivo?
Per il momento si tratta di una cura solamente sperimentale, ma i risultati fanno ben sperare. Questo dispositivo, oltre che per la chemioterapia potrebbe essere usato anche per il rilascio di farmaci molecolari, in grado di bloccare la proliferazione del tumore, oppure per rilasciare anticorpi per l’immunoterapia e la radio-immunoterapia del tumore alla cervice. Infine si spera di poterlo usare anche per il rilascio locale del tracciante usato per identificare il linfonodo sentinella (il primo ad essere raggiunto da eventuali metastasi), senza bisogno di manovre invasive. Ultimo obiettivo è verificare che questo dispositivo non interferisca con il desiderio della donna di portare avanti una gravidanza.
Il tumore dell’utero
L’utero è un organo che fa parte dell’apparato riproduttivo femminile e che è destinato ad accogliere l’embrione durante la gravidanza, permettendone lo sviluppo. Ha la forma di un imbuto rovesciato, con il collo direttamente collegato con l’esterno attraverso la vagina. Il tumore che colpisce la cervice uterina è molto diffuso e nei paesi in via di sviluppo è la seconda causa di morte per tumore. In occidente, grazie alla diagnosi precoce permessa dal pap-test, negli ultimi 50 anni la mortalità causata da questa malattia si è ridotta del 75%.