Pasta fatta in casa e funghi freschi, il tutto amalgamato da un semplice sugo: ecco un primo facile da preparare ma pieno di sapore

Autunno uguale funghi. Tra gli alimenti che troneggiano in questa stagione dell'anno ci sono proprio loro, perfetti per chi deve stare attento alla linea (sono composti per quasi il 90% da acqua e apportano pochissimi grassi e calorie) ma non vuole rinunciare a un ingrediente versatile, in grado di dare carattere a qualsiasi pietanza. In particolare, i I finferli (o galletti) sono una varietà facilmente riconoscibile per il colore dorato-ambrato e la forma del cappello, irregolare, e con margini ondeggianti. Ecco come esaltarne il sapore con un "semplice" sughetto di pomodoro e aromi, per condire delle ottime pappardelle!
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Ingredienti (per 4 persone)
400 g pappardelle
500 g di finferli
6 pomodori medi
2 spicchi d’aglio
1 ciuffo di prezzemolo fresco
q.b. olio extravergine di oliva
q.b. sale
Preparazione
Preparare un battutino sminuzzando prezzemolo e aglio. Pulire i finferli con delicatezza utilizzando un panno o l'apposito pennello, stando attenti a non rovinarne la consistenza. Lavarli sotto l’acqua corrente per eliminare ogni residuo ed asciugarli.Tagliare il cappello e il gambo ricavando pezzi di media misura.
Soffriggere il battuto, unire i finferli e mescolare delicatamente per un paio di minuti, fino a far rosolare i funghi leggermente. Aggiungere i pomodorini, lavati e tagliati, e il prezzemolo fresco. Mescolare e cuocere con il coperchio per circa 10 minuti e ancora per un paio di minuti senza. Spegnere e lasciar riposare.
Cuocere le pappardelle, scolare un minuto prima del tempo indicato sulla confezione e unirle al sugo. Amalgamare bene il sugo con la pasta e... pronto!
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Curiosità
Le pappardelle sono un tipo di pasta all'uovo a superficie ampia. Hanno una larghezza di circa 13 millimetri e uno spessore di circa 2 millimetri. Tipiche dell'Italia centro-settentrionale, e più precisamente della Toscana, sono considerate un piatto molto goloso: il loro nome, infatti, deriva dalla parola in uso nel dialetto toscano “pappare”, che indica l'azione del mangiare con un senso di gioia infantile.