Un oggetto forse sottovalutato, ma indispensabile in cucina!

La conservazione degli alimenti è sempre stata uno di quegli argomenti che ha appassionato e impegnato moltissimi uomini, scienziati e studiosi in generale, poiché dalla modalità con la quale si attua ne consegue un sicuro miglioramento della qualità della vita dell’uomo, gli alimenti ben conservati durano più allungo, mantengono le loro qualità nutrizionali e organolettiche e sono più apprezzati.
Nel 1804 il francese Apert inventò il famoso procedimento per sigillare gli alimenti all’interno dei contenitori di vetro e subito dopo, nel 1810, l’inglese Peter Durand, brevettò i contenitori di latta specifici per contenere gli alimenti. Due invenzioni che in ambito tecnologico e merceologico rappresentarono importanti e sostanziali passi avanti, migliorativi sotto vari aspetti.
Come si dice però non è tutto oro quello che luccica e, infatti, se da una parte queste invenzioni erano a vantaggio dell’uomo, quest’ultimo rilevava grossi problemi al momento dell’apertura degli alimenti in scatola, poiché su alcune confezioni vi era addirittura l’indicazione “Da aprire con martello e scalpello”, insomma nulla di semplice e pratico!
Durante la Guerra Civile americana, i soldati al fronte si cibavano di carne in scatola, aprendo le scatolette con la baionetta. I civili invece, prima di recarsi a casa con la spesa, chiedevano al negoziante di aprire cortesemente le scatole degli alimenti, giusto per evitare di dover fare poi a casa questo pesante e complesso lavoro.
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Nel 1855 però ci fu finalmente la svolta: Robert Yeats, un inglese che nella vita si occupava di produrre strumentazione medica atta all’impiego chirurgico, inventò l’antenato dell’apriscatole, ovvero una specie di temperino, che fu prontamente registrato come brevetto.
Fu poi nel 1859 l’americano Ezra Warner a inventare il vero e proprio apriscatole, costituito da una lama sottilissima, tipo cuneo, che entrava leggermente nella scatola senza però avere contatto con il cibo contenuto, dotata di una sicura di metallo, collegata ad una seconda lama che, facendo leva, perforava e tagliava definitivamente il metallo. L’invenzione fu descritta come una via di mezzo tra l’antica e militaresca baionetta e la più classica contadina versione del falcetto.
Nel 1870 a questo rudimentale primo apriscatole seguì la forma più evoluta, dotata di una pratica e funzionale rotella, che permetteva di seghettare tutto in circolo il coperchio e staccarlo molto più agevolmente dal resto del barattolo. L’inventore fu William Lyman, un americano che si dedicò allo studio di questo piccolo ma utile oggetto delle nostre cucine. L’unico e solo inconveniente di quest’apriscatole era che si doveva appoggiare al centro del coperchio.
Fu poi nel 1925 che arrivò la versione definitiva e ancora più pratica, inventata dalla Star Can Opener Co., grazie alla quale l’apriscatole si appoggiava direttamente sul bordo, facilitando di molto l’operazione e la manualità stessa dell’azione di apertura. In questo modo mentre si girava attorno all’apriscatole, il coperchio si sollevava autonomamente per poi staccarsi da sé al termine dell’operazione.
Stesso principio fu applicato qualche anno dopo nel 1931 per l’invenzione dell’apriscatole elettrico, molto diffuso in America.
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Oggi in commercio esistono tantissimi modelli di apriscatole, sia manuali sia elettrici, alcuni con colori e forme davvero molto particolari e simpatiche, adatti per rendere più allegre le cucine. Spesso infatti questi semplici ma utili oggetti hanno oggi, rispetto al passato, anche lo scopo di diventare veri propri oggetti di piccolo design e, come tali, non vanno nascosti e segregati in bui cassetti, ma esposti a vista in luminose e giovani cucine.