Cereale tipico di alcune zone dell'Africa Orientale, mnolto utilizzato nella cucina tipica di queste zone.

Il miglio indiano è anche chiamato in botanica Eleusine coracana e, in base a diversi studi, non è originario dell’India, come suggerirebbe il nome, bensì dell’Africa Orientale. I più antichi ritrovamenti archeologici di questa specie risalgono a più di 5.000 anni fa, in Etiopia, nello specifico ad Axum.
La sua coltivazione oggi è concentrata soprattutto in Etiopia, Eritrea, Mozambico, Zimbawe e Malawi, Senegal, Niger e Nigeria. È coltivato però anche in Giappone, Cina e Stati Uniti.
Il terreno a livello mondiale su cui è coltivato è esteso su 3 milioni di ettari, di cui solo uno è in Africa; il totale della produzione annua è di 2.5 milioni di tonnellate.
Di miglio indiano ne esistono di due tipi: quello selvatico e quello coltivato.
Si tratta di una pianta che può raggiungere i 120 cm di altezza, ha foglie lucide, color verde intenso e lunghe. Il suo apparato radicale è particolarmente sviluppato e ciò gli favorisce la sopravvivenza anche in zone poco piovose, le piante adulte sono infatti resistenti a periodi di siccità e riescono a crescere anche con temperature elevate prossime ai 40°C. Si tratta quindi di un cereale tipico delle zone tropicali, ma vive bene anche ad altitudini elevate, dai 500 ai 2400 metri sul livello del mare.
Dal momento della semina alla fioritura trascorrono dai 50 ai 120 giorni.
Le tecniche colturali utilizzate necessitano di molta mano d’opera, sono comunque coltivate in associazione con le leguminose quali ad esempio la soia, il pisello del tropico, il fagiolo dall’occhio. La consociazione avviene anche con il mais e alcune specie di ortaggi.
È una coltura che viene raccolta principalmente a mano e dopo la raccolta in campo si effettua la separazione dei chicchi dal resto della pianta (si usano dei bastoni o si fa calpestare la pianta dal bestiame).
Il miglio indiano si usa anche per produrre una farina, che a sua volta può essere impiegata per la preparazione di minestre o pane. I chicchi sono anche trasformati in popcorn, oppure fatti germogliare e poi consumati, sono molti nutritivi e digeribili.
Tramite la loro fermentazione si ricava una bevanda dall’alto contenuto alcolico.
Il miglio indiano è un cereale assai nutritivo, ricco di metionina, un aminoacido essenziale. I valori nutritivi per 100 g di chicchi di miglio indiano sono i seguenti:
proteine 6-14%
grassi 1-1,4%
carboidrati 72%
calcio 3,44 %
metionina 3%
fibre 3.6%
ferro 5 mg
Energia 323-350 KCal
Dal punto di vista della conservazione è un cereale coltivato senza l’uso di insetticidi e si conserva bene per lunghi periodi, grazie alla durezza del seme e alle sue piccole dimensioni, che non permettono agli insetti di deporre le larve. Esistono però dei casi in cui qualche parassita può attaccarlo, ecco quali:
- funghi Cladosporium, Cercospora, Helminthosporium, Piricularia (in particolare P. eleusine), Sclerospora e Sclerotium.
- Nematodi quali Meloidogyne sp. e Scutellonema sp.
- locuste, cavallette e tignole
- uccelli, la quelea.