La menta è una pianta perenne, dalle mille virtù e da quel profumo inconfondibile, quasi inebriante, estremamente gradevole soprattutto, per dare freschezza a una bevanda o a un semplice the freddo, in una calda e assolata giornata estiva.
La menta fa parte della famiglia delle Lamiaceae, presente in tutto il nostro continente, ma anche in Africa e in Asia, nelle zone di mezz’ombra, è una pianta che non teme troppo le basse temperature.
E’ una delle piante che dal punto di vista medicamentoso è da sempre usata, basti pensare che ne facevano impiego gli antichi egizi e i romani, citata infatti già da Galeno.
Può raggiungere degli sviluppi, in altezza, anche considerevoli, quasi fino al metro, le radici sono di tipo rizomatoso, veloci nell’espandersi nel terreno e dare origine nel giro di poco tempo a nuove piantine. Le foglie sono lanceolate e con una delicata e quasi impercettibile peluria che le ricopre quasi a proteggerle, il colore è verde molto brillante e variabile da specie e a specie.
Se si accosta nella coltivazione al rosmarino, avremo al momento della fioritura, oltre che a un buon profumo, una bellissima zona arricchita di piccoli fiori dal viola al lilla, sia per il rosmarino che per la menta, ma per quest’ultima la forma dei fiori è tipicamente conica, piramidale dal basso verso l’alto, i fiori che compongono questa bella forma sono minuti e variano dal rosa candido al viola.
La fioritura si può ammirare a partire dall’estate fino all’autunno.
Coltivare la menta è davvero semplicissimo e non richiede grandi conoscenze di giardinaggio o di botanica.
Si moltiplica per talea oppure separando delicatamente i cespi, se la pianta è abbastanza grande, a partire dalla fine di settembre. Osserverete che alla base della pianta si formano i cosiddetti “stoloni”, da li partono i nuovi e freschi germogli, quelli appunto impiegati per la moltiplicazione.
È una pianta che richiede una posizione a mezz’ombra, e un terreno mediamente umido, se quest’ultimo lo è poco, la pianta cresce lo stesso, ma come meno vigore, ma si concentra però la potenza della sua essenza.
Può essere attaccata da un tipo di fungo, la Puccinia menthae, che provoca i tipici rigonfiamenti rossi prima e neri dopo sugli steli, in questo caso dovrete tempestivamente eliminare la parta della pianta colpita, attenzione in caso di coltivazione in terra piena, o vicino ad esempio ad un orto, alle temibili e ghiotte lumachine.
Per raccogliere le foglie, l’ideale è il momento che coincide con la fioritura, il raccolto andrà poi posizionato in un luogo fresco, asciutto e all’ombra.
Tra le specie più diffuse:
- Menta piperita: ibrido tra la mentha aquatica e la mentha viridis originaria dell’Inghilterra. Le foglie hanno un color verde intenso, con sfumature porpora lungo il fusto, i fiori sono a spiga , cresce fino a quasi un metro e mezzo. Diffusissima in Italia, famosa la Menta di Pancalieri (Torino) il cui uso oltre che farmaceutico è anche dolciario.
- Mentha acquatica: con la sua crescita spontanea è diffusa in tutta Italia, la stessa è invece coltivata in Germania con il nome di menta germanica.
- Mentha arvensis: la peculiarità è legata alla enorme grandezza delle foglie, anche 4 cm di larghezza, cresce spontanea in Toscana.
- Mentha citrata o Mentha bergamotto: cresce in Europa, ha un profumo rinfrescante, i suoi fiori sono color porpora e le foglie color bronzo.
- Mentha pulegium: detta "mentuccia" in alcune zone, ha le piccole e vellutate, i fiori corrono lungo lo stelo vanno dal bianco al giallo ne esistono due tipi: "erecta” si trova facilmente lungo le strade "tomentosa" tipica degli ambienti aridi.
- Mentha spicata: detta anche menta romana ha le foglie lunghe e fiori rosati; è tra le più coltivate in Inghilterra. Cresce bene nei luoghi umidi.
L’impiego della menta è vario, poiché si cercano di sfruttare le sue tante proprietà, prima fra tutte, la funzione digestiva ex stimolante a livello gastrico, ideale per tisane e infusi.
Svolge anche una blanda azione antisettica e antispasmodica. Meglio bere tisane o infusi durante la giornata, poiché in alcuni soggetti potrebbe interferire con il sonno, ha infatti un lieve effetto eccitante.
Non usarla in parallelo a cure omeopatiche perché può ridurne gli effetti desiderati, così come va evitata per chi soffre di reflusso gastroesofageo.
Si usa inoltre, per rinfrescare l’alito, per insaporire e rinfrescare la carne di agnello e per arricchire il sapore di diverse zuppe e minestre.