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Astrologia Karmica: il segno del cancro

Parte 2 di "Astrologia Karmica: il segno del cancro"

Astrologia Karmica: il segno del cancro
LA MISSIONE DEL CANCRO
Nell’astrologia esoterica il Cancro è considerato la porta di accesso dell’anima nella materia
, ciò non vuol dire che chi nasce in questo segno sia alla sua prima incarnazione ma che sta imparando a radicarsi in una realtà più dura e concreta. Appunto per questo è il segno che ha un miglior collegamento con la madre terra intesa proprio come “natura”. I nati in cancro amano gli animali e hanno rispetto per i frutti della terra.

Nella sua psiche, la persona nata in Cancro, segno che, come abbiamo visto, è collegato al ventre materno e al liquido amniotico, avverte forte dentro di sé la sensazione del distacco, cioè della separazione dall’accogliente grembo materno, sensazione questa che porta con sé per tutta la vita e che potrebbe condizionarla nelle scelte fin quando non riuscirà a rinforzarsi psicologicamente. Per questo suo bisogno di nutrimento, può essere fin troppo presente nella vita delle persone amate, temendone l’abbandono, lo stesso sofferto alla nascita quando si è trovata distante dal corpo di sua madre. La separazione è, quindi, la sua prova cruciale e una tappa imprescindibile verso la conquista dell’indipendenza e di una sua totale emancipazione.

Nel parto il bambino esce dalle tenebre dell’utero materno per iniziare la sua avventura terrestre e compie il suo primo atto d’indipendenza prendendo aria nei polmoni. Per attestare questa sua iniziale libertà viene separato dalla madre tramite il taglio del cordone ombelicale. Nello stesso modo i nati nel segno del Cancro dovrebbero recidere i tanti cordoni ombelicali che li legano ai loro cari. L’indipendenza sarà da loro veramente acquisita quando sapranno a rispettarla negli altri e, in modo particolare, garantirla ai loro figli.Importante quindi, per lui, nel suo percorso, è creare quel senso di accoglienza che consentirà alle persone a lui care di sentirsi nutrite e accudite. Ma questo senso di accoglienza dovrà essere libero da ricatti emotivi e rispettoso degli altrui desideri.

Il Cancro, nel corpo umano, governa lo stomaco e le mammelle. Si occupa, quindi, di nutrimento. Anche questa è una funzione materna, ma se andiamo a guardare più in profondità vediamo che si può nutrire anche attraverso l’educazione formale e morale, la cultura, l’arte, ecc. Nel simbolismo astrologico, a questo segno zodiacale è abbinato il nucleo familiare, ossia entrambi i genitori (la mamma è in primo piano) e l’ambiente domestico. Esso ci dimostra l’importanza che ha, per noi tutti, la famiglia d’origine, dalla quale prendiamo il primo “nutrimento” psicologico e fisico. La famiglia è per tutti un banco di prova perché, nel bene o nel male, è da lei che riceviamo l’imprinting che farà di noi la persona che siamo.
Nella famiglia ritroviamo l’ereditarietà degli avi e del luogo dal quale essi vengono. Un’ereditarietà che ciascuno dovrebbe evolvere perché sarebbe un errore restare attaccati alle abitudini dei propri cari. Non ci sarebbe evoluzione.

Il rapporto con i genitori è parte integrante del lavoro di crescita del Cancro, che trova nella famiglia e nella casa il suo rifugio ideale e il conforto che desidera. Per diventare un Individuo il Cancro deve far tesoro degli insegnamenti e dell’affetto ricevuti, per poi distaccarsene così da poter camminare più spedito.

La positiva integrazione di Saturno e Marte, che sono in esilio e in caduta in Cancro, può aiutarlo a sviluppare la forza di stare in piedi da solo (Saturno) e difendersi (Marte). La sua volontà sarà più solida se farà buon uso dei consigli di questi due pianeti. Il suo cammino è verso l’opposto segno del Capricorno del quale dovrà acquisire le qualità della fermezza, della disciplina e dell’autonomia. Il senso di appartenenza, che è una caratteristica così importante di questo segno, deve estendersi oltre il clan personale, intendendo come famiglia la comunità in cui vive e il mondo intero

Il Cancro, consapevole che l’acqua del suo elemento è impersonale, dovrà saper trarre la sua energia non dalla propria madre, dai familiari o da chi ha delegato tale ruolo, ma da se stesso, dalla natura e dalla connessione con il suo sé.

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