La globalizzazione consente la diffusione di una varietà di prodotti che arrivano da Paesi molto lontani e spesso poco conosciuti da parte degli Stati occidentali. E’ il caso dei semi di Chia. Ne avete sentito parlare? Li avete mai provati?
I semi di Chia sono ricavati da una pianta, la Salvia hispanica, coltivata in Sudamerica. Sono noti soprattutto per il loro contenuto di calcio (ben 600 mg su 100 grammi di prodotto) e la presenza di Omega 3, Omega 6, ferro, vitamina C e vitamina A, potassio e selenio. Garantiscono anche un elevato apporto di aminoacidi, tra cui metionina, cisteina e lisina, importanti per la costituzione delle proteine. Vediamo, dunque, come inserirli nella dieta quotidiana.
I semi di Chia sono utilizzati soprattutto per integrare nella dieta l’apporto di calcio, ma anche per controllare il livello glicemico nel sangue ed evitare un eccessivo innalzamento degli zuccheri. Sono, poi, ideali per chi soffre di ipertensione, come sostituto del sale.
Semi di Chia: un alimento dai mille benefici
Poiché sono senza glutine, possono essere consumati dai celiaci e rappresentano un’ottima fonte di energia. Stimolano il metabolismo, grazie al contenuto vitaminico e mineralico, e sono perfetti nelle diete ipocaloriche. Un cucchiaio (ovvero circa 10-15 grammi) di semi di Chia presenta circa 70 calorie, 3 grammi di proteine e 7 grammi di carboidrati. I semi, inoltre, non contengono colesterolo.
Attualmente, la vendita dei semi di Chia nei Paesi dell’Unione Europea è regolata da un’apposita normativa. Il prodotto è facilmente reperibile nei negozi del commercio equosolidale, che li importano dalla Bolivia e dal Messico, che sono i maggiori Stati produttori. Ma, in realtà, i semi di Chia furono portati in Europa per la prima volta dagli Spagnoli dopo la scoperta delle Americhe.
Possono essere impiegati in vari modi in cucina. A colazione, insieme ai cereali, al latte e allo yogurt oppure nei frullati o nei frappé, o durante la giornata, come snack da sgranocchiare. Ma possono essere usati anche per preparare pane e biscotti, zuppe, insalate e dolci (ad esempio, i budini). Hanno, quindi, una funzione simile a quella dei semi di sesamo o dei semi di girasole.
Possono essere tranquillamente conservati in un contenitore ermetico, meglio se di vetro, per un periodo massimo di 2 anni.
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