La maternità è un periodo meraviglioso e allo stesso tempo difficile. Corpo che cambia, visite di controllo e problemi sul fronte lavorativo e finanziario. Come devono comportarsi le libere professioniste e quali sono le forme di sostegno disponibili?
L’assegno di maternità per le partite IVA è senza dubbio una gran cosa. Permette alla donna libera professionista, lavoratrice autonoma o iscritta alla gestione separata, di tirare un sospiro di sollievo e ricevere un sostegno dall’Inps.
Le preoccupazioni ci saranno sempre per la donna che lavora in maniera indipendente. I lavori in essere potrebbero non riprendere al rientro dalla maternità e probabilmente alcune buone occasioni svanirebbero. Tuttavia, almeno dal punto di vista economico, c’è il sostegno da parte dell’INPS che permette di ricevere l’assegno di maternità in base al reddito dell’ultimo anno lavorativo.
Avendo però il maggior numero di informazioni possibili, ci si può godere la gravidanza con maggiore serenità e potersi permettere solo di pensare a come chiamare il proprio bambino.
L’assegno di maternità per le partite IVA verrà erogato per 5 mesi. La cifra è calcolata in base all’80% del reddito che la donna ha dichiarato durante l’ultimo anno. Il primo assegno viene dato due mesi prima della nascita del bambino, la quale deve essere certificata dal medico. L’ultimo assegno invece verrà dato il terzo mese dopo la nascita del piccolo.
È una regola piuttosto flessibile visto che, in casi casi particolari, è possibile richiedere il pagamento 30 giorni prima della nascita così da avere un mese in più coperto quando il bambino sarà nato. Qualora vi fosse un parto prematuro, l’assegno arriverà di diritto fino al terzo/quarto mese dalla nascita.
L’INPS prevede l’assegno di maternità anche a quelle donne che adottano un bambino, questa volta per i tre mesi successivi al giorno dell’adozione. Questo ovviamente solo nel caso il figlio adottato ha meno di 6 anni.
Per le adozioni internazionali l’assegno può essere ricevuto prima che il figlio compia 18 anni.
A quanto corrisponde l’assegno di maternità per le partite IVA? Abbiamo detto che corrisponde all’80%, ma come viene calcolata questa percentuale?
In pratica, se una donna si astenesse dal lavoro a partire dal 1 maggio 2015 (con parto calcolato per il 1 luglio 2015), l’INPS farebbe una stima dei 365 giorni che precedono l’inizio dell’erogazione degli assegni di maternità. Calcolata quindi dal 1 maggio 2014 al 30 aprile 2015.
La cifra totale guadagnata viene poi divisa per 365, i giorni solari, calcolando su base giornaliera l’80%. La cifra ottenuta andrà a comporre l’assegno mensile della futura mamma in maternità.
Ovviamente devono essere rispettati alcuni requisiti. Per prima cosa la donna non potrà fatturare durante l’erogazione dell’assegno. Deve essere iscritta alla gestione separata e aver versato almeno tre mesi di contributi durante l’ultimo anno.
Questo assegno di maternità per la partita IVA dovrà poi essere riportato nella dichiarazione dei redditi insieme agli altri compensi, sotto la voce “altri proventi”.
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