Tra le decorazioni natalizie più diffuse c'è sicuramente il vischio. E' tradizione anche che baciarsi sotto un suo ramo per gli auguri di buon anno nuovo.

Il nome botanico del vischio è Viscum Album, ma tutti lo conosciamo e lo chiamiamo semplicemente vischio, si tratta di una pianta cespugliosa che appartiene alla famiglia delle Viscacee ed è una pianta sempreverde parassita di diversi alberi, quali ad esempio pioppi, querce, tigli, olmi, noci, meli e diverse conifere, come il pino silvestre e il pino montano. Solitamente si nota meglio in inverno, poiché i suoi cespugli, insediati nei tronchi, provocano la perdita delle foglie della pianta che li ospita.
Le foglie verdi del vischio sono indicative della presenza di clorofilla, ciò sta a significare che questa pianta è capace di compiere la fotosintesi e, visto che non è in grado di ottenere da sola l’azoto, lo recupera dalle altre piante di cui è parassita. Si tratta di una pianta con foglie oblunghe e dure, sistemate a due a due lungo il ramo.
Il vischio ha i fiori gialli e belle bacche tonde bianche o giallastre lucide, con un tipico interno gelatinoso e appiccicoso, tossiche per l'uomo, ma non per gli animali che, come gli uccelli insegnano, vengono da loro trasportate e disperse su altri alberi sui quali, dopo essersi insediati subdolamente, danno il via al loro sviluppo. Da un piccolo punto di penetrazione inizia la formazione di un piccolo tronco e gradualmente si sviluppa tutta la pianta. Se però le bacche cadono per terra, nulla di fatto, in questo caso non germogliano e muoiono.
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La pianta che invece ospita il vischio non ha gravi danni, se quest’ultimo non si moltiplica troppo e non la “soffoca”.
Il vischio si coltiva a scopo ornamentale e per fini erboristici, ad esempio per ottenere infusi, tinture, utile per la cura di arteriosclerosi e ipertensione, anche se a tale fine non esistono moltissimi studi che ne danno piena conferma, poiché i succhi gastrici inibirebbero la sua blanda azione.
Si sconsiglia l'uso di questa pianta in caso di terapie con anticoagulanti, di cui potrebbe aumentarne l'azione, antidepressivi ed immunosoppressori. Si consiglia comunque sempre di non assumere vischio autonomamente, ma di rivolgersi sempre a personale specializzato, in quanto la pianta è segnalata dai centri antiveleni. Tutte le parti del vischio possono risultare tossiche: le bacche soprattutto, come detto, sono pericolose per i bambini, che potrebbero essere tentati di mangiarle. L'azione tossica dipende dalla presenza di viscumina, sostanza capace di provocare agglutinazione dei globuli rossi, e di alcuni peptidi.
I sintomi dell'intossicazione da vischio comprendono: lo sviluppo di una gastroenterite, sete elevata, diplopia, dilatazione pupillare, diminuzione dei battiti cardiaci fino al collasso. Si possono verificare anche allucinazioni, disturbi mentali e convulsioni.
Al vischio sono legate molte leggende antiche: per le popolazioni celtiche, le quali lo chiamavano oloaiacet, era, insieme alla quercia, visto e vissuto come una vera pianta sacra e dono diretto degli dei, capace di tenere lontano disgrazie e malattie.
E’ simbolo di buon augurio durante il periodo natalizio ed è nota la tradizione di salutare l'arrivo del nuovo anno dandosi un bacio sotto uno dei suoi rami.