Il Natale stressa, stanca, mette ansia o differentemente tira molto su, ci coinvolge in shopping spasmodico e visite di parenti. Ma non dovrebbe essere un periodo di vacanza?

Il Natale è spesso il periodo dell'anno che in assoluto stimola maggiormente il nostro cervello e il nostro cuore, sia in positivo sia in negativo, poiché è del tutto personale e soggettiva la reazione che si ha quando questo periodo dell'anno si avvicina e luci, panettoni, palline colorate creano entusiasmo e gioia o al contrario depressione e malinconia.
Cosa ci succede in questo periodo natalizio, stando sotto stimolo continuo?
Profumi e aromi di Natale, mai a caso!
Gli studiosi di marketing sanno bene come puntare e dove dirigere la nostra attenzione nei diversi settori merceologici, ed ecco che passando in un negozio di profumi sotto Natale intere vetrine stimolano la nostra attenzione primordiale olfattiva, perché gentili signorine spruzzano gratuitamente aromi ed essenze che invogliano a spingerci verso il negozio e ad acquistare!
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Il richiamo sonoro di Natale
Le canzoni natalizie diffuse fuori dai centri commerciali che accompagnano buffi e panciuti Babbo Natale che si muovono al tempo di We Wish You A Merry Christmas hanno come effetto quello di far sorridere i bambini e qualche adulto che, di riflesso, accenna ad un sorriso; capita anche però di vedere alcune persone che al contrario rifuggono tali richiami sonori e visivi!
Le melodie dolci è come se rallentassero il tempo, come se ci dessero una percezione di “ovatta” intorno a noi, ecco perché se in un negozio la musica è gradevole si cammina di più, per poi alla fine scegliere un regalo e uscire soddisfatti.
Secondo invece uno studio condotto dalla Oxford University le melodie dolci che accompagnano renne e coccarde rosse farebbero scattare in alcuni soggetti una sorta di rifiuto inconscio nei riguardi di questa festa, al punto da arrivare ad odiare il Natale.
Scambiarsi i doni
C'è poi chi si imbarazza nel momento più atteso, ovvero quello dello scambio dei doni. Il motivo? Secondo alcuni studi condotti presso l'università di Firenze dal prof. Stefano Pallanti, il momento del dono rileverebbe una scelta molto intima legata al carattere della persona che ha scelto quel dono. Questo per alcuni di noi porterebbe ad una forma di imbarazzo nel momento in cui il dono andrebbe esposto a molte persone oltre che all'interessato/a.
Inoltre il dono potrebbe essere una scelta di tipo egocentrico, ovvero un regalo che racconta molto di chi lo ha scelto più che soddisfare le richieste o i desideri di chi lo riceve.
Secondo la dottoressa Carole Burgoyne del Centro di Psicologia dell'università di Bath sarebbe da evitare il “regalo-denaro”, considerato come una sorta di scappatoia che potrebbe rendere fragile il rapporto tra due persone, poiché potrebbe sminuire socialmente chi lo riceve. Per essere fatto quindi vi deve essere alla base una grande conoscenza dell'altro, ad esempio potrebbe essere considerato tra fratelli e sorelle, genitori e figli, insomma là dove vi è un certo tipo di rapporto e conoscenza.
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Natale e sacralità
Il Natale è una ricorrenza comunque sacra e, come tale, spesso si associa ad una necessità insita in molti di noi di fare un bilancio della nostra vita fino a quel momento dell'anno, ecco perché in alcuni fa scaturire forme di pseudo-depressione natalizia, che si manifesta con tristezza associata a stati di malinconia. Senza dimenticare poi che in queste feste spesso ci si ritrova per prassi e "per forza" con parenti che si vedono magari solo una volta all'anno e questo può essere vissuto con un senso si pressione e obbligo.
La cosa più bella sarebbe poter passare il Natale nel modo a noi più opportuno, senza vincoli e costrizioni, ma con le persone che davvero si amano…sempre!