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Parto pretermine

La prematurità resta una prova piena di difficoltà sia per i genitori che per i piccoli. Le cause di un tale evento restano molteplici, ma la medicina ci assicura attualmente degli standard di sopravvivenza molti alti

Parto pretermine

Quando una gravidanza inizia si comincia a fantasticare sul futuro bimbo che portiamo in grembo, soprattutto alla prima gravidanza si teme un po’ il momento del travaglio e del parto, ma a volte tutto il mondo ovattato dell’attesa scompare improvvisamente quando si ha a che fare con un parto prematuro. Partorire prima del termine comporta il dover affrontare e superare una serie di difficoltà sia per la madre che per il bimbo.


Quali possono esserne le cause di un parto prematuro?
Le più frequenti sono il diabete gestazionale, la gestosi, le infezioni vaginali, i fibromi. Ciò che avviene é molto spesso una rottura improvvisa della membrana e a seconda della situazione il parto può essere rinviato fermando in modo temporaneo le doglie, in altri casi il parto immediato risulta inevitabile.
Anche se attualmente contiamo su enormi progressi medici che rendono ormai la prematurità meno paurosa rispetto al passato, i piccoli neonati ingaggiano fin da subito una lotta per la sopravvivenza. Il piccolo prematuro dovrà imparare a nutrirsi da solo, troppo immaturo infatti per poter avere quell’istinto naturale alla poppata. La montata del latte sarà per l’inizio stimolata dal tiralatte e il piccolo potrà avere il latte della mamma tramite una sonda gastrica.

 

Credits: Foto di @lumapimentel | Unsplash


Depressione delle mamme dei prematuri

L e giovani mamme si trovano davanti una situazione psicologicamente difficile soprattutto perché devono accogliere un bimbo con cui non possono fin da subito stabilire uno scambio e avere quel rapporto intimo, fatto di coccole e carezze, sognato per tanti mesi.
La mamma in particolare rischia di essere vittima di una spirale di emozioni fatta di paure, speranze e soprattutto di un forte senso di colpa. Le mamme si sentono le prime responsabili in modo diretto o indiretto e si chiedono se avrebbero potuto evitare un parto prematuro. Cosa accadrà adesso? Cosa rischia mio figlio? Come posso aiutarlo? Sono le domande che vengono poste più spesso.

Esiste una forma di blues vissuta dalle mamme dei prematuri della quale parliamo ancora poco. Dopo il parto e la degenza in ospedale si torna a casa a mani vuote, si appende il fiocco fuori dalla porta, ma la culla, ancora montata solo a metà, é putroppo ancora vuota, tutto é ancora imballato, intatto. Bisogna farsi coraggio, essere forti perché non c’é tempo per piangere, nemmeno tempo per farsi confortare, bisogna correre in ospedale accanto al piccolo che lotta per vivere. Le neo mamme di prematuri passano le loro giornate nel reparto t.i.n. (terapia intensiva neonatale) e ogni sera tornano a casa con un nodo che stringe allo stomaco.

 

Credits: Foto di @nynnes | Unsplash

 

Stare vicino al piccolo
Se non ci sono particolari complicazioni i genitori possono in ogni caso essere accanto al loro piccolo, accarezzarlo, parlargli per rassicurarlo. Ormai una delle tecniche più frequenti é l’utilizzo del contatto pelle a pelle soprattutto con la mamma, affinché il piccolo ritrovi almeno per pochi istanti il calore e l’odore della sua mamma. Il piccolo prematuro fa piccoli progressi giorno dopo giorno, fino a quando arriva il gran giorno di lasciare l’ospedale e di iniziare la vera avventura della vita di famiglia. La prematurità é una dura prova che questi piccoli cuccioli affrontano all’inizio della loro vita che li rende già dei piccoli guerrieri.

Di Maria Francesca © Riproduzione Riservata
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