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Lo svezzamento: come passare ai cibi solidi con serenità

Lo svezzamento è il passaggio alimentare dal latte ai cibi solidi. E' una tappa importante nella crescita del bambino sia a livello fisico che psicologico in quanto diventa indipendente.

Lo svezzamento: come passare ai cibi solidi con serenità

Lo svezzamento, o divezzamento, è il passaggio del latte ai cibi solidi. Non si tratta di sostituire del tutto il latte ma di completare l’alimentazione del bambino con altri nutrimenti quando il latte diventa insufficiente per la sua crescita. È una grande tappa a livello psicologico per il bambino (ma anche per la madre) in quanto si tratta di un passaggio da una situazione di dipendenza ad una fase di parziale indipendenza. Il momento migliore per iniziare lo svezzamento va deciso in base al bambino. Non c’è un’età giusta. Generalmente l’introduzione di un primo alimento solido avviene tra il quarto e il sesto mese se il bambino è sano. Di solito i bambini allattati al seno iniziano più tardi perché si ritiene che il latte materno sia sufficiente per soddisfare i loro fabbisogni fino a quel momento.

In ogni caso i pediatri consigliano di non anticipare troppo lo svezzamento per evitare che il bambino sviluppi delle allergie e perché, motivo più logico, i suoi organi non sono ancora capaci di affrontare la digestione di alimenti diversi dal latte e a metabolizzarli. non sono ancora in grado di esplicare correttamente.


Credits: Foto di @bule | Pixabay
Il momento migliore va determinato anche in base al rapporto avutosi in precedenza con l’allattamento: una buona relazione ed empatia tra la madre e il bambino nei primi mesi avrà regalato al figlio una sufficiente sicurezza in se stesso perché il distacco sia vissuto con curiosità nei confronti del "nuovo" piuttosto che con nostalgia. Per capire qual è il momento giusto è utile lasciarsi guidare dal bambino: sarà pronto quando sembrerà ancora affamato dopo un pasto di latte o quando la vista di cibi diversi dal latte sembrerà scatenare il suo entusiasmo.

Tutte queste precauzioni non devono però portare i genitori a pensare che è meglio posticipare l’inizio dello svezzamento oltre i sei mesi: uno svezzamento tardivo può incidere sulla crescita corretta del bambino, soprattutto sull’armonico sviluppo fisico, a causa per lo più di un deficit di micronutrienti come il ferro, lo zinco e le vitamine. Durante le diverse fasi dello svezzamento i cibi nuovi devono essere introdotti uno alla volta in modo da poter vedere le reazioni del bambino e capire eventuali intolleranze ed allergie. Procedere in modo lento e graduale abituerà anche il bambino a distinguere i vari sapori. Non è consigliato aggiungere sale sia perché il bambino rischia di non imparare a distinguere i diversi sapori sia perché un eccessivo apporto di sodio può causare dei gravi problemi ai reni.

Generalmente i primi cibi solidi che vengono introdotti nell’alimentazione rispecchiano l’equilibrio della dieta mediterranea: brodo vegetale in cui si fa cuocere la farina di riso o la pastina tipo 00. Viene poi aggiunto l’omogeneizzato o il liofilizzato di carne o proposto al bambino separatamente come secondo. Alla fine del pasto viene proposta la frutta grattugiata. In altri paesi europei il primo cibo solido è la carota che viene seguita gradualmente da altre verdure e dalla frutta.


Credits: Foto di @bule |  Pixabay
Pasto tipico di inizio svezzamento
Ecco un pasto tipico dell’inizio dello svezzamento: il brodo vegetale viene preparato facendo bollire una carota, una patata, una foglia di lattuga, una gambo di sedano in un litro di acqua per un’ora circa senza coperchio finché non rimangono circa 200 ml di brodo.  In questi brodo vengono cotti 2 cucchiai di pastina 00 (oppure di farina di riso se il bambino ha meno di 6 mesi perché fino allora non devono essere proposti cibi contenenti glutine). A fine cottura viene aggiunto mezzo omogeneizzato di carne bianca come pollo, tacchino o coniglio, un cucchiaio di parmigiano grattugiato ben stagionato e un cucchiaino di olio extra vergine di oliva.
Per finire il pasto si può proporre al bambino una mezza mela o una mezza pera grattugiata. A 5-6 mesi i 4-5 pasti della giornata vanno così suddivisi: 3-4 pasti di latte (materno o di proseguimento) e 1 pasto con pappa in brodo vegetale. Dopo un mese dall’inizio dello svezzamento viene sostituito un altro pasto di latte.
A 12 mesi generalmente il bambino può mangiare già tutto tranne pochi alimenti a rischio di allergie come i crostacei. Si potrebbe fare una tabella indicando i vari cibi e l’età in cui dovrebbero essere introdotti ma è opportuno seguire i consigli del pediatra di fiducia.

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