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Acquaticità neonati

E’ risaputo che i neonati hanno una straordinaria confidenza con l’acqua. Vediamo allora in cosa consistono e a cosa servono i corsi in piscina per i più piccoli.

Acquaticità neonati

Vedere un bimbo di pochi mesi stare a suo agio e divertito immerso in acqua è una delle immagini più belle. E’ ormai noto che i neonati hanno una naturale confidenza con l’acqua, non la temono e sanno muoversi spontaneamente, probabilmente perché hanno il ricordo del tempo passato nella pancia della mamma a “galleggiare”. Può essere interessante allora sfruttare da subito questa spontanea tendenza del neonato e organizzarsi per fare insieme un corso di acquaticità in piscina.
Sono corsi proposti dalle piscine, comunali o private, di molte città. Viene messo a disposizione un membro dello staff che guida i genitori e i loro pargoli attraverso la conoscenza dell’ambiente acquatico e, in modo graduale, alla confidenza con esso. Nonostante, come abbiamo detto, ci sia una spiccata predisposizione dei più piccoli per lo stare in acqua, non bisogna però pensare che basti farli tuffare e  il gioco è fatto: come in ogni ambito, il modo più corretto è procedere per gradi.


Credits: Foto di @947051 | Pixabay

 

Ecco i passaggi principali a grandi linee:

  • 0-4 mesi -> I genitori devono iniziare a verificare se i piccoli apprezzano stare in acqua, durante il bagnetto serale. Non forzare mai la mano, ma permettere loro di sentirsi a proprio agio e non lasciarli ovviamente mai da soli. La temperatura dell’acqua deve essere calda, intorno ai 36°.
  • 4-6 mesi -> Generalmente parte da questa età il primo ingresso in piscina, poiché i bambini avranno sviluppato la capacità di adattarsi a temperature dell’acqua anche un po’ inferiori ai 36°. Se quindi i bambini hanno dimostrato di gradire l’ambiente acquatico, si può provare a portarli in qualche centro che offre corsi specifici per neonati. Qui i genitori si immergeranno con i bimbi in acqua e, guidati da un esperto, cominceranno la prima fase di ambientamento, in cui i piccoli sono solitamente messi su un tappetino galleggiante, per far loro scoprire il nuovo modo in tutta sicurezza.
  • 7-12 mesi-> Quella che segue è la seconda fase di galleggiamento: tolto l’ausilio galleggiante, i bimbi verranno messi in acqua e dapprima tenuti dai genitori, poi impareranno a muovere gambe e braccia autonomamente per rimanere a galla. Segue quindi la terza fase di immersione, in cui i piccoli impareranno a stare sott’acqua per brevi istanti. Generalmente non serve insegnare loro il concetto di apnea e respirazione, perché è proprio quello che faranno istintivamente.
  • 12-18 mesi -> Di norma l’assenza di paure e timori che caratterizza i primi mesi di vita, appare intorno ai 12 mesi. Se quindi si presenterà una sorta di paura dell’acqua, non stupitevi, ma seguite l’istruttore che farà giocare i bimbi con salvagenti o galleggianti e prediligerà attività vicine al bordo della vasca.

Benefici dell’attività in acqua
Il bambino imparerà a muoversi autonomamente in un ambiente privo dei molti pericoli esterni e quindi acquisterà maggiore fiducia in se stesso e nelle sue capacità.
Inoltre i bimbi in acqua non stanno mai fermi ma, incuriosendosi e sentendosi liberi, girano da una parte e dall’altra, agitano gambe e braccia, spruzzano, guardano ovunque e sperimentano questa nuova realtà giocando. Questo moto continuo è molto benefico a vari livelli:

  • livello muscolare, poiché tonifica
  • livello posturale, poiché permette ai bimbi di acquisire diverse posizioni, ancora impossibili all’asciutto
  • livello scheletrico, poiché rafforza l’intera struttura ossea
  • livello cardiorespiratorio, poiché accelera i battiti cardiaci e mette in moto respiro e circolazione

 
Il contatto pelle a pelle tra genitori e bimbi, condividendo un momento di gioco e allegria, ne rafforza l’unione, la fiducia e la complicità. E il fatto che ci siano altri bambini e si debbano seguire basilari regole insegna loro le basi del socializzare e dello stare con altri in modo corretto ed educato.
Infine, cosa non da poco, questa attività permette loro di stancarsi in un modo buono, quindi di fare delle lunghe e sane dormite.

Credits: Foto di @NewportBaptistChurchNC | Pixabay
 

Come scegliere
Se prendete in considerazione un corso di acquaticità per i vostri figli, scegliete ovviamente il meglio e non accontentatevi.
L’istruttore deve essere una persona qualificata, che sappia trattare con i bambini e che abbia competenze specifiche in merito alla disciplina del nuoto e di corsi di questo genere.
La struttura deve essere pulita, calda e accogliente. La pelle dei piccoli è molto delicata e soggetta ad irritazioni, inoltre la loro capacità di termoregolazione interna non è ancora sviluppata al massimo, bisognerà quindi asciugarli con cura e stare attenti agli sbalzi di temperatura. Infine, se la vasca è piena di oggetti colorati e stimolanti, sarà un piacere per i bimbi immergersi in questo mondo quasi magico ai loro occhi.
Ci sono strutture che permettono delle lezioni di prova, prima dell’iscrizione. Se così è approfittate della possibilità offerta, per verificare che il corso piaccia al bimbo. Se il genitore trasmette entusiasmo e sicurezza dell’acqua è facile che anche il piccolo sia felice dell’attività, ma seguite comunque le sue preferenze.
Da ultimo un suggerimento: seguite i vostri bambini passo per passo esortandoli sempre e regalando loro dei gran bei sorrisi. Non rimanete delusi se non li vedete subito muoversi in acqua perfettamente, è qualcosa che devono imparare e deve essere soprattutto fonte di gioco e soddisfazione per loro, quindi siate sempre i loro più grandi sostenitori!

Di Ilaria © Riproduzione Riservata
TAG  bambini   mare  
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