Si parla si febbre nei bambini quando la temperatura corporea sale oltre i 37° e dura per più di 2 ore. È il segnale che il corpo sta combattendo contro i germi nocivi

La febbre è il sintomo della malattia più frequente. Quando colpisce i bambini viene subito contattato il pediatra per capire come è giusto comportarsi e se è il caso di intervenire oppure no.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, fino ai 37,5° la temperatura corporea può essere considerata nella norma. Non dimentichiamoci poi che tale valore cambia molto da una persona all'altra e dal momento della giornata in cui viene misurata, in particolar modo dopo i pasti, nelle ore di sonno, in un ambiente molto riscaldato etc.
Se la febbre solitamente non desta preoccupazioni, quando colpisce i nostri bambini la situazione cambia. Una cosa che però dobbiamo sempre tenere a mente è che la febbre è tra tutti i sintomi quello più comune quando si parla di infezioni. Significa che il corpo sta combattendo per debellare virus e batteri in quanto la temperatura più alta del normale rende l'ambiente poco ospitale.
Quando si presenta la febbre nei bambini la prima cosa da fare è parlare con il pediatra. Solo lui conosce la situazione del bambino e può dare un giudizio corretto e professionale. Adesso però, cerchiamo di rispondere ad alcune delle domande più comuni sull'argomento.
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Come si misura la febbre nei bambini?
Per misurare correttamente la febbre nei bambini, bisogna avere un termometro elettronico digitale. Quelli a mercurio non vanno più bene, sono stati ritirati nel 2010. La febbre deve essere misurata sotto l'ascella. Gli esperti sconsigliano sia la misurazione per via rettale in quanto può provocare lesioni e favorisce il trasferimento dei batteri.
La temperatura corporea dovrà essere misurata regolarmente con i termometri per bambini adatti, ma non in modo ossessivo. Da evitare la mattina presto o dopo i pasti, perché la temperatura è naturalmente un po' più alta.
Quando rivolgersi al pediatra?
Il nostro consiglio è quello di farlo sempre. Si parla di febbre nei bambini ed è bene non prendere sotto gamba i potenziali problemi che si nascondono dietro l'aumento della temperatura.
Gli esperti comunque ricordano che se la febbre compare entro i 28 giorni, il neonato deve essere portato subito in ospedale. Se si presenta dopo la quarta settimana ma prima dell'anno compiuto, deve essere visitato dal pediatra perché il rischio di infezione batterica grave è del 10%, cioè potrebbero esservi infezioni come meningite, pielonefrite, polmonite e setticemia. Quando il bambino rifiuta il cibo, peggiora o appare alla mamma particolarmente strano, la visita pediatrica è d'obbligo!
I farmaci vanno dati subito?
No, almeno che non sia il pediatra ovviamente a prescriverli. Il fatto è che la febbre non continua a salire, si ferma anche senza farmaci perché il corpo impedisce che si raggiungano livelli molto elevati. Solitamente i medici consigliano di non dare farmaci sotto i 38.5°. Se il bambino nonostante ha la febbre piuttosto bassa mostra segni di malessere, può prendere qualche farmaco antifebbrile che allevia il dolore.
Solitamente gli antibiotici non servono perché la febbre nei bambini è scatenata dai virus, contro i quali questi tipi di farmaci servono ben poco.
Come comportarsi?
Il bambino dovrà bere molta acqua e succhi di frutta così da non correre il rischio di una disidratazione. Alcuni sintomi potrebbero essere pelle molto secca e fare poca pipì. È importante non forzare il piccolo se non ha fame, ma convincerlo a stare a letto coperto così da aiutare il corpo a combattere prima i virus. È anche vero però che non si deve esagerare, altrimenti potrebbe aumentare il disagio.
Gli esperti sconsigliano le spugnature fredde, perché come spiegano la temperatura corporea si alza a livello del cervello e non può essere modificata manualmente, ad esempio cercando di raffreddare polsi e caviglie.