Tutte le sere arriva il momento di mettere a letto il bambino e, spesso e volentieri, bisogna fare i conti con capricci e pianti. Come evitarli?

Non ho mai avuto problemi di nanna con mio figlio. Non so voi, ma io preferisco che mio figlio vada a dormire presto, in modo poi da “respirare” un attimo, e che si svegli presto la mattina. Ora invece che ha due anni e mezzo, ha capito che è meglio fare le “ore piccole” e dormire di più al mattino! Sono dell'idea che se un bambino dorme poco sin da piccolo non diventerà mai un dormiglione. Tuttavia, si possono seguire delle piccole regole, dei riti di preparazione che facciano capire al bimbo che è giunta l'ora della nanna. Potete per esempio leggergli una favola, fargli salutare i giocattoli e nel contempo sistemare la cameretta (se il bimbo è già grandicello) e poi metterlo nel lettino. È facile a scriverlo, ma mi rendo conto che in pratica non è poi così semplice.
Credits: Foto di @Toeeatingdog | Pixabay
E poi: meglio farlo dormire da solo nella sua cameretta, nel lettone con mamma e papà, oppure nel suo lettino ma in camera dei genitori? Una cosa da tenere sicuramente in considerazione, è quella che difficilmente riuscirete a far cambiare abitudine al vostro bimbo, quindi partite subito bene. Il lettone è comunque sempre sconsigliato, se i bimbi sono molto piccoli c'è il rischio di “schiacciarli” involontariamente nel sonno e, come ho detto prima, anche se neonati sono in grado di riconoscere i loro spazi. Se si vuole averlo vicino meglio optare per il suo lettino in camera di mamma e papà. Sin dall'inizio ho sempre combattuto contro tutti per l'indipendenza di mio figlio e l'intimità mia e di mio marito. E così, quando all'età di due mesi e mezzo ha smesso di svegliarsi per la poppata di notte, ho deciso di sistemarlo nella sua cameretta. Non consideratemi senza cuore, ho sofferto molto la prima settimana, continuavo a svegliarmi andando a vedere se respirava. Alla fine sono stata contenta di averlo fatto, mio figlio dorme in camera sua senza capricci. Forse due mesi e mezzo sono pochi, gli esperti dicono infatti di aspettare almeno i sei mesi di età. In ogni caso, la mia battaglia contro chi mi diceva che sbagliavo, l'ho vinta appieno.
Credits: Foto di @freestocks-photos | Pixabay
È chiaro che tra i riti c'è anche il fatto di rispettare gli stessi orari, in modo che tutto poi avvenga in modo autonomo. Un altro modo per far fare la nanna al bambino è quello di seguire le “dritte” di Eduard Estivill che ha racchiuso nel suo libro “Fate la nanna”; un libro molto criticato anche dagli esperti del settore, i quali sostengono che sia controproducente per il bebè e che può portare ad avere anche risvolti nell'ambito psicologico non belli. Ma cosa dice Eduard Estivill? Per dirla in breve e in modo davvero “bruttino”, consiglia di lasciare il bambino da solo in camera sua iniziando da un tempo che può essere di 5 minuti, e man mano aumentarlo; se il bambino piange bisogna lasciarlo piangere.
E qui mi chiedo come possa fare una mamma a lasciare piangere il proprio bambino, senza intervenire e rimanendo impassibile. Estivill è convinto che alla fine il bambino si addormenterà, senza alcun problema. È chiaro che, arrivato alla disperazione e alla stanchezza, si addormenterà. Queste tecniche vengono illustrate passo per passo e le mamme che hanno utilizzato questo metodo sono contente di averlo fatto per i risultati ottenuti. Personalmente, non sono d'accordo con lo scrittore, forse perché mio figlio ha sempre dormito o forse perché ho un cuore di mamma!