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Villocentesi

Se avete appena scoperto di aspettare un bambino, il primo pensiero è quello che tutta la gravidanza prosegua bene, che lui cresca e abbia una salute di ferro. Purtroppo però non sempre è così (anche se raramente), ma oggi molte anomalie si possono prevedere in gravidanza con esami particolari.

Villocentesi

In questa sezione ci occupiamo della villocentesi. Il ginecologo alla prima visita vi parlerà dell'eventualità (seppur rara, come dicevamo) di poter aver un bambino affetto da alcune anomalie. Ed ecco allora che vi darà carte su carte, statistiche e probabilità in base alla vostra età di poter avere un bebè non completamente sano. Più alta è la vostra età, più rischi ci possono potenzialmente essere, ma parliamo comunque di statistiche. Quindi lo stesso ginecologo vi metterà al corrente di alcuni esami che verificheranno con estrema certezza se il bimbo è affetto o meno da anomalie cromosomiche.

Si tratta della villocentesi e dell'amniocentesi. In alternativa, vi sono altri esami per niente invasivi, ma i cui risultati sono racchiuso da una statistica e che quindi non vi daranno assoluta certezza.

La villocentesi è sicura al 100% dal punto di vista del risultato, ma è un esame invasivo e per questo va detto che c'è il rischio di aborto a seguito di esso, pari ad una percentuale di 1-1,5%, mentre per l'amniocentesi il rischio di aborto è minore.

Credits: Foto di @amseaman | Unsplash

 

Ma vale veramente la pena sottoporsi alla villocentesi? È consigliato a qualcuno in particolare? Come decidere se fare o no la villocentesi?

La futura mamma dovrà decidere insieme al futuro papà se sottoporsi a questa tecnica invasiva. Prima di decidere è d'obbligo domandarsi cosa fareste se l'esame dichiarasse la presenza di anomalie cromosomiche. Terreste un bambino affetto dalla sindrome di down? Se la risposta è sì, non occorre quindi fare la villocentesi. Se invece la risposta è no, la villocentesi vi confermerà o meno la presenza di eventuali anomalie di questo tipo. Se l'esame risulterà positivo quindi, e non avrete cambiato idea, l'unica via d'uscita è l'aborto, ma questo è un argomento complesso quanto delicato e solo la mamma può decidere se arrivare o meno a questa soluzione.


Credits: Foto di @grizzlyhn | Unsplash


Tornando a parlare della villocentesi, l'esame invasivo si effettua in un'epoca di gestazione precoce, tra la 9° al 12° settimana. Si tratta di un prelievo dei villi corali effettuato con un ago cavo. I villi hanno le stesse caratteristiche genetiche del feto. Questa tecnica può essere eseguita per via vaginale o attraverso l'addome. Nel primo caso, tramite un catetere sottile si arriverà fino alla placenta e si preleveranno i villi corali. Attraverso l'addome invece, ovvero la tecnica più diffusa, con l'uso di un ago si raggiungerà la placenta per prelevare al massimo 15 mg di villi corali. Tutto il delicato procedimento va eseguito sotto costante controllo ecografico.

L'esame di per sé dura pochi minuti e si esegue senza anestesia. Ma dopo aver fatto la villocentesi occorre seguire alcune precauzioni, primo tra tutti il riposo assoluto per alcuni giorni. In caso di febbre e soprattutto di improvvise contrazioni e perdite di sangue è meglio consultare il ginecologo.


Con questo esame si può vedere se il bambino in arrivo è affetto dalla sindrome di Down, oppure da malattie genetiche. Il risultato arriva in un paio di settimane.

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