Quella della tata è una figura intramontabile, da sempre importante per risolvere la gestione della famiglia che si deve barcamenare tra lavoro, spesa, impegni extrascolastici, palestre di mamma e tennis di papà

La tata: poche famiglie rinunciano a questa figura. La stima italiana su questo fenomeno in forte e costante crescita racconta di ben 230.000 tate sparse per il Bel Paese, la cui provenienza è spesso legata a Paesi lontani quali ad esempio Perù, Bolivia, Romania, Polonia, Russia e Ucraina. Molte di loro non è in regola con un contratto, ma si aggiustano come meglio possono, addirittura secondo i dati della Cgil sarebbero 7 su 10.
Quando se ne ha bisogno spesso ciò che funziona meglio è il classico passaparola, ormai più che consolidato e molto efficace tra le mamme che si conoscono e si frequentano nei paraggi della scuola dei figli.
Tata o baby sitter?
Bisogna fare una distinzione tra tata e baby sitter, di solito quest’ultima è spesso italiana, presta le sue conoscenze e la sua presenza per poche ore e comunque per un tempo limitato e pianificato con la madre del bimbo, mentre la tata spesso abita in famiglia o comunque trascorre molto tempo con il bambino.
Le tate sono spesso donne straniere che decidono o meglio accettano di buon grado di abitare insieme alla famiglia che le ospita e che al contempo le offre l’opportunità lavorativa, in cambio, oltre a gestire il marmocchio, si occupano anche di piccole faccende domestiche o di fare la spesa, o di accompagnarlo a scuola e fargli fare i compiti.
In paesi come l’Inghilterra, le tate di tutto rispetto, ben al di sopra per competenze delle semplici baby sitter, sono addirittura oggetto di “nanny-poaching” cioè il “furto della tata”, attraverso disonesti e poco puliti complotti intestini a suon di sterline e di migliori qualità gestionali e del tempo.
A Parigi anche quest’anno si è tenuto una specie di speed date, fatto apposta per mamme e tate: un ufficio di collocamento al volo, dove per pochi minuti domanda e offerta si potevano trovare, conoscere velocemente e altrettanto velocemente si sceglievano, quasi a pelle. Questo previa registrazione con inserimento dei dati da parte di entrambi, come età, esperienza, numero dei figli da gestire ecc. Credits: Foto di @Daria Shevtsova | Pexels
Rientra nel budget?
Certo che permettersi una tata vera e propria è per molti, ma non per tutti! In realtà è un bel costo, prima di tutto variabile in funzione del tempo e dell’impegno, se part time o full time. Vediamo all’incirca i prezzi l’ora e facciamo un confronto:
- baby sitter: 8 euro/ora
- tata full time: 1000-1500 euro /mese
S e la tata convive, può anche arrivare a prendere quasi 4000 euro, cifre che a molti faranno girare la testa, ma sono assolutamente reali, provate a fare qualche giro di telefonate ad amiche e conoscenti, o provate a contattare qualche tata con esperienza e farvi fare un preventivo!
Ci si può anche affidare alle ormai numerose agenzie, tenete presente che in questo caso dovrete informarvi bene anche sulle commissioni applicate da parte della medesima, che saranno in rapporto a ciò che voi andrete a richiedere a livello di tempo.
Un feeling speciale
Andando oltre ai discorsi sui prezzi e sulle tariffe, la tata deve entrare in sintonia con il nostro pupo, amarlo, rispettarlo e farsi al contempo rispettare, essere dolce e anche rigorosa, capace di imporre delle regole, senza farsi prendere per il naso. Avere un’ottima empatia, una capacità di ascolto e di osservazione ed essere disponibile anche nei confronti dei genitori, essere un punto di riferimento solido e concreto per la famiglia che in lei investe non solo i soldi ma molto di più: l’educazione, l’affetto e la qualità della vita del proprio figlio.