Una domanda spesso ricorrente nella mente dei genitori. Guardiamo allora cosa possiamo fare per dare il buon esempio ai nostri piccoli

Quante volte un genitore si pone la domanda: "Sono un modello per i miei figli?". E a volte si è letteralmente attanagliati dal dubbio, dall’insicurezza, dalla paura di non esserlo nonostante il nostro impegno, le fatiche, le energie utilizzate nell’arco della giornata.
Poi, grazie a tanti piccoli e grandi particolari, le risposte positive alla nostra domanda arrivano, il che ci solleva, ma altre volte le risposte sembrano non arrivare mai e il nostro umore allora subisce delle turbolenze tali da farci sentire come funamboli su un filo sospeso a centinaia di metri da terra.
I modelli sono qualcosa che noi per primi, da figli, abbiamo cercato nel corso della nostra vita e che, pur essendo genitori, ancora seguiamo tramite l’osservazione dei nostri stessi genitori o di persone che per noi rappresentano un riferimento importante nella vita e nel quotidiano.
Facciamo qualche esempio di normale vita quotidiana, su cui vi invito a soffermarvi e capire se effettivamente rappresentiamo un buon modello, dando il buon esempio.
Partiamo dal nostro comportamento verso gli altri: quante volte, parlando con il nostro partner, si etichetta, si classifica, si danno facilmente aggettivi e o peggio nomignoli a persone estranee, marcando ed evidenziando difetti caratteriali, estetici ecc? Spesso noi adulti non ci rendiamo conto che il nostro parlare è in realtà sempre sotto il vaglio e l’attenzione dei più piccoli, che, silenziosamente o rumorosamente, ci ascoltano. Prendendoci appunto come modelli, ripetono i nostri stessi comportamenti: allora non vi lamentate se poi vostro figlio o figlia si diletta nel criticare il resto del mondo, nel creare delle simpatiche caricature o a prendere in giro facilmente amici, compagni, estranei, perché una base c’è eccome in famiglia.
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Altro esempio, vi stupite di come i vostri figli siano scorretti a tavola, mangino velocemente, siano disattenti e con la testa altrove? Provate a fermarvi un attimo e ad osservarvi, come vi comportate voi a tavola? Che modello trasmettete? Siete presenti, attivi, pronti a comunicare, oppure lontani, con la televisione accesa che parla per voi, o con il naso infilato nel giornale? Meditate...!
Litigi, discussioni, musi lunghi fanno parte dell’atmosfera familiare un po’ troppo spesso? Ecco che tale clima si riversa in qualche modo sui vostri figli che, per manifestare il loro disagio e comunicarvi che il modello che arriva loro non è particolarmente adatto, inizieranno ad essere capricciosi, lagnosi, sempre in movimento, irrequieti, agitati ecc. Sarà allora il caso di evitare di discutere davanti a loro e mostrare invece la capacità di risolvere i problemi in modo maturo, ma soprattutto tranquillo, senza discussioni esagitate che appunto non sono di buon esempio.
Essere genitori non è assolutamente facile, tenendo poi presente che noi per primi non lo abbiamo imparato sui banchi di scuola, ma siamo figli di genitori che in qualche modo ci hanno lasciato in eredità dei modelli più o meno giusti e condivisibili, un passato che ciascuno di noi si porta dentro, più o meno consapevolmente e coscientemente. Il passato di ciascuno di noi, i modelli che noi per primi abbiamo avuto possono però in realtà essere rivisti, riorganizzati, corretti là dove ve ne sia il bisogno. Lavorare su se stessi, fare dell’introspezione, cercare di conoscersi il più possibile, osservarsi “dal di fuori” è utilissimo e di grande aiuto nel lavoro di genitori, in cui si sa che ogni giorno si deve essere in grado di dare una mano, di saper ascoltare con pazienza, di dare sicurezza, protezione, ma anche la possibilità di crescere da soli, usando le proprie forze e imparando dall’esperienza del quotidiano.
Il modello è qualcosa che deve dare sicurezza costante, ma anche capace di vivere nel tempo accettando le eventuali modifiche, le inevitabili crescite e sconfitte personali, le delusioni, e per questo dev’essere in grado di adattarsi e dimostrare quindi maturità.