Cosa è il coparenting e perché è importante

Adriano Bocci  | 02 Feb 2024
Illustrazione del coparenting

In Italia, la pratica del co-parenting rappresenta una rivoluzionaria evoluzione nelle strutture familiari, offrendo una fresca alternativa per chi aspira alla genitorialità. Il portale, chiamato co-genitori.it, è casa di oltre 100.000 utenti e funge da ponte per le persone che, oltre convenzioni sociali e orientamenti sessuali, cercano di condividere il dono e la responsabilità di crescere un bambino.

La legge n. 54 del 2006 ha segnato un punto di svolta per il coparenting in Italia, garantendo ai bambini il diritto di crescere con l’affetto di entrambi i genitori, anche dopo la loro separazione.

Attraverso una semplice procedura di registrazione, il sito facilita l’incontro tra individui guidati dallo stesso ideale genitoriale, estendendosi ben oltre la mera connessione. Propone, infatti, un’ampia biblioteca di risorse: consigli e informazioni sulle leggi italiane riguardo la genitorialità condivisa, oltre che sulla donazione di sperma e sulla fecondazione assistita, e testimonianze reali di chi ha scelto questo percorso. Chi sono, dunque, i pionieri di questa avventura?

Gli aspiranti genitori

Chi si avventura nel co-parenting? La fascia d’età prevalente sta fra i 35 e i 45 anni, e comprende professionisti e donne in carriera che temono il ticchettio dell’orologio biologico.

In questo gruppo molto eterogeneo troviamo anche uomini che, pur non aspirando alla paternità single, evitano relazioni stabili; così come molti membri della comunità LGBTQ+ che desiderano ardentemente diventare genitori.

L’elemento comune che unisce queste persone? La ricerca di un genitore partner con cui condividere sia le responsabilità economiche ed educative che un profondo affetto verso un futuro bambino. È bello sapere come la voglia di essere genitori riesca a sorpassare la tradizione, correndo assieme a valori universali di impegno e cura reciproca.

Come avviene il concepimento?

La fase del concepimento nel co-parenting si apre a un ventaglio di opzioni sia moderne che tradizionali. Una volta trovato l’accordo con il futuro co-genitore, le possibilità vanno dall’inseminazione artificiale, consigliata dagli esperti per le sue garanzie di sicurezza, fino alla scelta più intima e personale del rapporto sessuale. Non manca chi, per praticità, opta per l’inseminazione fai-da-te, una soluzione intermedia che combina intimità e autonomia.

E cosa succede dopo?

Copertina del libro Genitori Con, di Aluette Merenda
Genitori con… di Aluette Merenda.

Dopo il successo del concepimento, i neogenitori cercano spesso di vivere in vicinanza, scegliendo di risiedere nello stesso quartiere o, idealmente, nello stesso palazzo. La scelta strategica gli permette di dividere equamente sia gioie che dolori sull’educazione del bambino; a livello personale, però, mantengono la libertà di coltivare relazioni sentimentali esterne purché non pregiudichino il benessere del piccolo.

Nonostante il co-parenting sollevi perplessità e critiche molto spesso, il fulcro della questione rimane il benessere del bambino, che deve crescere in un ambiente di amore e attenzioni dai genitori, indipendentemente dalla loro relazione sentimentale.

Alcuni vedono nel co-parenting una scelta egoistica, argomentando che i figli dovrebbero nascere all’interno di un amore romantico consolidato. Tuttavia, si potrebbe contrapporre che la stabilità emotiva e affettiva di un bambino non dipende dalla permanenza insieme dei genitori, ma dalla qualità della loro presenza nella sua vita.

In ultima analisi, le opinioni sul co-parenting variano ampiamente, ma ciò che conta davvero è l’impegno sincero, il rispetto e l’amore incondizionato verso il bambino, principi fondamentali che dovrebbero guidare ogni forma di genitorialità. E voi, che ne pensate?

Adriano Bocci
Adriano Bocci


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