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Uomini eterni Peter Pan

Secondo un recente studio, le nuove generazioni di uomini sono sempre più legate alla famiglia di origine e faticano a rendersi indipendenti e a costruirsi una propria vita. Costruire un nuovo nucleo famigliare tutto per sé è un’utopia: i trentenni in carriera, non hanno intenzione di abbandonare le comodità della vita da scapolo.

La visione della vita che hanno molti uomini d’oggi nasce dalla società in cui vivono. Senza dubbio la situazione di incertezza economica e lavorativa funziona come forte deterrente nella voglia di crescere di molti maschi. Rispetto ad un tempo, i giovani raggiungono una certa indipendenza economica piuttosto tardi, complici gli studi e la mancanza di posti di lavoro.
Sindrome di Peter Pan
Specchio della nostra società
Tanti uomini oggi rimangono saldamente ancorati alla gonna della mamma. Le ragioni sono molteplici e come spesso accade anche questo fenomeno è lo specchio della nostra società. I trentenni non riescono a pensare a se stessi come capi famiglia, padri e mariti, perché non si sono ancora slegati dal ruolo di figlio. “italiani popolo di mammoni” non è un luogo comune, ma molti uomini non più giovanissimi rimangono in casa perché è l’opzione più comoda e meno impegnativa. Vivere con i genitori significa spesso non avere particolari spese e a livello pratico significa trovare la cena pronta e il bucato stirato.

Le comodità a casa dei genitori
La famiglia che invoglia i figli ad adagiarsi tra le comodità domestiche, piuttosto che seguire la propria strada, è un altro deterrente. Oggi le famiglie d’origine non sono più viste come un ostacolo perché i genitori lasciano il figlio libero di agire, senza imporre regole insopportabili o paletti oppressivi. Il trentenne si sente cos’ autorizzato a fare ciò che crede, ma con un incentivo in più, quello di non avere obblighi economici e responsabilità.
Uomini mammoni
La paura di mettere su famiglia

Molto spesso, non avendo sviluppato nessun senso di responsabilità, molti uomini hanno paura di avere dei figli, o comunque non ne sentono il bisogno. Le priorità sono altre: la carriera, la stabilità economica, la posizione sociale e la casa. Solo all’ultimo posto e spesso fuori tempo massimo, c’è il desiderio di avere dei figli. La tendenza molto spesso accentuata, di mettere il lavoro al primo posto, porta molti trentenni a trascurare l’idea di famiglia. Il problema sorge solo verso i 40-45 anni, quando la maggior parte di questi eterni ragazzini riscoprono l’istinto paterno e il bisogno di una compagna per la vita.

Gli effetti negativi
Molti uomini, scegliendo di stare in casa con i genitori fino ad un’età avanzata, pensano di fare la scelta giusta e di godersi tutte le libertà. In realtà non lasciare mai il tetto genitoriale, comporta degli effetti negativi sulla crescita individuale dell’uomo. Rimanere nel nido di mamma e papà impedisce a questi eterni peter pan di fare esperienze fondamentali per lo sviluppo della propria identità. Le responsabilità prese, in questi casi, sono nulle o ridotte al minimo. Di conseguenza è quasi naturale l’incapacità o la mancanza di volontà nell’addossarsi oneri e doveri e costruirsi un proprio nucleo. I genitori e la casa di famiglia sono punti di riferimento importanti, che rischiano però dopo una certa età, di limitare l’autonomia e la crescita personale e affettiva, e in particolare viene a mancare il senso di responsabilità.

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