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Viaggio di un poeta - pag 60 -

Viaggio di un poeta - Di Nadia Zanichelli


di Nadia Zanichelli


CAPITOLO VII

Due giorni dopo, quando è in partenza per Atene, Livio insiste perché Nadia parta insieme a lui:
- Sei sicura che non vuoi venire con me? –
- Mi piacerebbe tanto, ma se non mi impongo un po’ di disciplina, non concludo niente. Devo andare a ritirare altro materiale da tradurre e consegnare le ultime pagine di traduzioni che ho fatto –
- Se vuoi, ora puoi rinunciare a quel lavoro, non sei più costretta a lavorare, se hai bisogno di qualcosa che desideri e che i tuoi non sono disposti a soddisfare, posso provvedere io. Non devi aver paura di chiedere –
- Mi sto abituando ad avere una mia autonomia grazie a te, sono contenta e intendo continuare, anche se significa dover rinunciare a qualche viaggetto con te. In questo caso non starai via tanto tempo. Telefonami quando sarai a Roma, ti raggiungerò volentieri se non avrò troppo lavoro in quel momento –
- Come vuoi. Ci rivedremo a Roma allora, ci conto. Scusa se ti stresso insistendo, ma mi manchi tanto quando non sei con me –
- Manchi anche a me, ma se ci abituiamo a stare sempre insieme, tra qualche anno… o non ci sopportiamo più o ci dovranno dividere con il coltello come i fratelli siamesi –
Livio sorride: - Nessuno ci dividerà –
Mettendogli un dito sulle labbra, gli dice sottovoce:
- Non dirlo. Per scaramanzia. Mandami una cartolina da Atene e dammi un bacio subito che duri tre giorni –
Il bacio che le dà chiaramente non dura tre giorni, ma si sarebbe fatto ricordare come minimo tre anni.
Il lunedì Nadia consegna le ultime traduzioni alla Santini Enterprise, dove Michele è il direttore. Entra nel suo ufficio non appena viene annunciata dalla sua segretaria, pensando di trovarlo solo; invece c’era Sonia con lui, seduta sulle sue ginocchia. Era ridicolo se credeva di farle un dispetto:
- Sonia! Anche tu qui?! Non sapevo che vi conosceste! –
- Io invece pensavo che fossi al corrente. Erano d’accordo Marina e Livio per farci conoscere! – precisa Sonia.
- Ah, ho capito! L’ultimo dell’anno! Non immaginavo che si trattasse di te, non avevo sentito il tuo nome! –
- Nemmeno io sapevo che vi conosceste! –
- Non cambia niente Michele, ci conosciamo da poco e non ci siamo frequentate spesso. Ma anche se fossimo amicone… cosa cambierebbe? –
- Nnnniente – risponde Michele esitando imbarazzato. Aveva compreso che l’intenzione di farla ingelosire aveva fallito clamorosamente. Anzi, credeva di aver esasperato la situazione. Perciò fa alzare Sonia dalla sua posizione, prende da uno scaffale un pacchetto di fogli rilegati e li porge a Nadia.
- Tutto qui? – chiede lei.
- Sì, per ora sì. Quando torni però, ti devo assegnare un lavoro lungo; me lo devono spedire. Arriverà tra una decina di giorni –
- Okay. Bene ragazzi, vi saluto, vi auguro che la vostra storia proceda per il meglio. State bene insieme! –
Michele non era sicuro se Nadia aveva intenzione di sfotterlo o se non voleva dargli la soddisfazione di esserci rimasta male. Ancora sperava che ci avrebbe ripensato.
Non le comunica la sua intenzione di fare un viaggio di lavoro ad Atene, non sapendo che anche Livio sarebbe stato sul posto e che avrebbe fatto la differenza.
Ad Atene, al Club Olimpus, nel frattempo Livio aveva conosciuto una giornalista che si occupava della pagina degli spettacoli, incaricata di far conoscere, in tutta la Grecia, un gruppo emergente già di grande rilievo internazionale. L’incontro era avvenuto alla fine del primo giorno di prove, due giorni prima del concerto, ma la caratteristica più sbalorditiva era che la signorina Neide era straordinariamente somigliante a Nadia. Livio era rimasto incantato da questa somiglianza, tanto che era rimasta a guardarla a lungo, quanto basta per farle credere di aver fatto colpo su di lui. Lei si era fatta avanti pensando che gli avrebbe fatto piacere parlarle e aveva ritenuto che fosse l’occasione propizia per fargli l’intervista, includendo, in seguito, anche gli altri componenti dei Future boys. In un italiano stentato, gli chiede poi se poteva parlargli privatamente per fargli un’intervista personale e lui accetta incuriosito. Durante l’intervista regolamentare, aveva avuto bisogno di un’interprete.
- Dove ha imparato l’italiano? - le chiede.
- Vaghi ricordi dei tempi di scuola. Studi classici non approfonditi –
Nel parlare, si aiuta gesticolando.
- Adesso io porgo una domanda a te: prima mi guardavi con insistenza. Sei in cerca di una ragazza? Oltre ad essere un bravo cantante, sei anche un bellissimo ragazzo. Sarei lieta se… -
- No, c’è stato un equivoco. Non voglio nessuna storia, ce l’ho già una ragazza che amo profondamente. E’ che tu sei quasi identica a lei; per questo ti guardavo. Mi chiedevo se ci avesse ripensato e mi avesse raggiunto, ma poi ti sei avvicinata e ho notato le poche differenze, oltre a sapere di te che sei una giornalista –
- A proposito, non ci siamo ancora presentati; io so come ti chiami, sei il capo, perciò… ti chiami Livio. Io sono Neide –
- Neide? Ma che nome è? – le chiede Livio stringendole la mano che lei gli porge.
- E’ un nome mitologico, non so altro –
- Oltre ad assomigliarle, hai anche un nome simile –
- Qual’è il suo nome? –
- Nadia –
- Hai ragione, è incredibile! Quali sono le altre differenze che hai notato? –
- Lei ha i capelli più lunghi e più biondi, qualche chilo in più di te, forse un tantino più bassa e qualche anno più giovane. Conosce molte lingue, ma no il greco –
Neide ha notato che il suo tono è un po’ ironico, come se avesse indovinato i propri pensieri e li volesse scoraggiare.
(Neide non parlava così speditamente come viene riportato nel racconto per semplificare la comprensione, la sua mimica è stata trasformata in parole. Tuttavia era in grado di capire tutto ciò che le diceva Livio).
Qualche giorno più tardi, dopo il concerto, Livio la incontra nuovamente. Avendo qualche minuto di tempo da spendere come desiderano, lui la invita a bere qualcosa al bar del Club. Casualmente, nello stesso bar, entra Michele con alcuni suoi colleghi, come lui ignari che la sera precedente ci fosse stato il concerto dei Future boys.
Conversando, Neide si protende verso il suo interlocutore in modo da dare la sensazione di volerlo baciare a chi li spia a distanza, come stava facendo Michele, il quale sta già pregustando la sua vittoria sulla ritrosia di Nadia. I suoi colleghi lo vedono, prima un po’ distratto e poi improvvisamente cordiale ed euforico:
- Si può sapere cosa ti prende? Hai cambiato umore due volte nel giro di una trentina di secondi! –
- Ho appena ottenuto una vittoria molto personale. Ma non posso spiegarvi –
I Future boys sarebbero partiti la sera stessa per l’Italia, praticamente qualche ora dopo l’intervista privata tra la giornalista e il loro capo, anche se nessuno aveva capito perché aveva voluto parlare solo con Livio questa volta.
Vedendolo uscire dal bar con lei, Michele telefona immediatamente a Nadia:
- Ciao cara amica. Hai capito chi sono? –
- Sì Michele, cosa c’è? –
- Sono ad Atene e indovina chi ho appena visto? –
- Livio, ci scommetto! Sei capitato proprio nel suo hotel? –
- No, al bar del Club dove ha cantato ieri sera. E sai perché hanno ritardato la partenza lui e il suo gruppo? –
- No, perché non mi fai la cortesia di dirmelo tu, visto che sei ansioso di farlo?
- Con piacere. Per concedere un’intervista molto privata ad una giornalista molto carina-
- Lo immaginavo. Sei peggio di una comare, Michele! –
- Non mi credi? Domani compro il giornale locale se vedo qualche foto interessante e te la porto come prova. Ti assicuro che, se l’avessi immaginato, portavo la mia macchina fotografica –
- Ne sono sicura. E poi, magari, saresti andato da una tua amica fotografa e le avresti fatto fare un fotomontaggio. Michele, lascia perdere, non hai speranze, non l’hai ancora capito? Perché vuoi me? Hai Sonia adesso! –
- Sonia è un’amica per ora; anche se ho sperato di farti ingelosire l’altro giorno, facendotela trovare sulle mie ginocchia! –
- Ed io che mi ero illusa che ti fossi arreso! Che ingenua! –
Nadia chiude la comunicazione.
Durante l’intervista privata, Livio si era lasciato sfuggire che dopo Atene sarebbero andati a Roma e avrebbero fatto il concerto a Piazza di Spagna. Neide avrebbe avuto qualche giorno libero a partire dall’indomani, perciò prende l’aereo successivo al suo e trova alloggio in un hotel accanto al suo. Sapeva che avrebbe telefonato alla sua ragazza, la voleva vedere e fotografare al suo arrivo, quando Livio sarebbe andato all’aeroporto a riceverla e qualcuna l’avrebbe scattata al suo fianco, in giro per la città. A che scopo?
Voleva guardarla bene da vicino, studiare il suo viso, ritoccare le differenze su di sé in modo da essere uguale a lei e farsi spacciare per lei alla prossima occasione. Voleva sfruttare al massimo la sua somiglianza con la ragazza del suo beniamino, per potersi sostituire a lei.
Appena giunto a Roma, Livio telefona a Nadia:
- Ciao amore, se vuoi e se puoi raggiungermi, sono a Roma. Cos’hai deciso? –
- Penso proprio che verrò a romperti un po’ le scatole –
- Perché parli così? Lo sai che… -

 


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