- I Signori Passeggeri del volo 747 Alitalia sono pregati di portarsi all’embargo n°3 – aveva annunciato lo speaker. Qualche minuto dopo l’aereo per New York era pronto per il decollo. Un lungo rollìo sulla pista, il rombo dei motori e le ali iniziano a tremare, l’aereo prende l’ultima rincorsa e s’innalza piano piano verso il cielo. Ora sta volando a 1000 metri dal suolo. Nadia guarda fuori dal finestrino le persone minuscole come formiche, le case, le piazze, le vie come se facessero parte di un plastico e pensa a ciò che lascia, anche se temporaneamente. Sembrano giocattoli di un gigante bambino che gioca col mappamondo. Poi i suoi occhi si distolgono dalla lontana terra e, osservando le varie forme delle nubi, rivede davanti a sé Livio, anche se non è lì con lei fisicamente e comincia a pensare da dove poteva cominciare a cercarlo. Anche se adesso ha una traccia, New York non era Bologna. Guarda a lungo davanti a sé come se avesse il potere di materializzarlo con la forza del pensiero, prova a chiamarlo mentalmente, sperando che la telepatia possa aiutarla, ma lui non risponde al suo appello, non immagina nemmeno che lei stia venendo a cercarlo. Nadia è assente dalla realtà e quando la hostess le chiede se desidera qualcosa, la sua risposta è appena percettibile. Nell’intervallo tra la colazione e il pranzo, cerca di dormire un po’ per ingannare il tempo; nove ore di volo sono tante e la sua compagna di volo non era molto loquace e la lasciava tranquillamente navigare nei suoi pensieri. Dopo pranzo, accende la piccola televisione inserita nel retro dello schienale davanti a lei e si distrae qualche altra oretta prima di riprendere i suoi piani di ricerca. Di tanto in tanto guarda la cartina che appare sul video per vedere a che punto è il volo, poi, finalmente comincia ad apparire, da lontano, piccolissimo, il porto di New York, il famoso Ponte di Brooklin e la Statua della Libertà, ma innanzitutto, i maestosi grattacieli. Quindi, di nuovo, la voce della hostess che annuncia in varie lingue: - I Signori passeggeri sono pregati di allacciarsi le cinture, stiamo per avvicinarsi all’aeroporto di New York. Il cielo è sereno, la temperatura è di 33°C., l’umidità…. – e così via. Appena scesa dall’aereo, si guarda intorno per decidere a chi rivolgersi per chiedere informazioni su un hotel dove potrebbe trovarsi Livio. L’indirizzo gliel’aveva dato la Signora Clara dopo aver insistito un po’, trovato all’interno dell’agendina di Livio, lasciata sul comodino. Un uomo gentile le fornisce le informazioni richieste, ma per raggiungere la destinazione, lei deve arrivare al lato est della metropoli. Di conseguenza, chiede dove può prendere la metropolitana, per non cominciare a spendere troppo appena arrivata, chiamando un taxi. Era più semplice di quanto potesse immaginare: l’Hotel California si trovava proprio di fronte all’uscita della Metropolitana. Ai suoi occhi appare improvvisamente il vastissimo Hotel California, da lasciare senza parole, lussuosissimo. Come poteva Livio permettersi di alloggiare in un posto simile? Doveva esserci un errore, ma si fa coraggio ed entra, si avvicina alla reception e chiede di lui. - No, Mister Paolini non è più nostro ospite, Signorina, ci dispiace – Improvvisamente si sente persa come un colibrì nella voliera dell’aquila. “E adesso?” si chiedeva, “dove posso cercarlo?” Sempre usando la sua buona conoscenza dell’inglese, domanda: - Non le ha lasciato un recapito dove possa cercarlo? – - No, signorina, nessun recapito, ma non si preoccupi, prima o poi riceverà sue notizie in un modo o nell’altro! – “Ma cosa aveva voluto dire? Come faceva a sapere che prima o poi l’avrebbe trovato?” - Ma come fa a saperlo? – domanda incuriosita. - Non è più uno sconosciuto qui a New York! – Lei non riusciva a capire. - Scusi, ma…cosa intende dire? Il Signor Paolini non è… - - Mi perdoni, ma ora sono molto occupato come vede, non posso più intrattenermi con lei, arrivederci – Infatti, dal suo arrivo, davanti alla reception si erano fermate diverse persone e lei doveva continuare la sua ricerca e per poterlo fare doveva trovarsi un alloggio per poter sistemare la sua roba. “Devo trovare una sistemazione economica per poter restare più a lungo, prevedo una ricerca lunga e difficile” stava pensando, “intanto però dovrei mangiare qualcosa” e s’incammina verso una via laterale dove, miracolosamente, incontra un vecchio amico. Era incredibile; quando abitava vicino a casa sua, non lo incontrava quasi mai ed ora, a migliaia di chilometri di distanza, lo incrocia in un vicolo come se l’avesse mandato il suo angelo custode. - Mario?! Anche tu qui? – - Sì, ma… a proposito… cosa ci fai tu qui? Il mondo è piccolo dopotutto! Cosa ti ha portato a New York? – Lui è più stupito di lei di averla incontrata, specialmente quando lei spiega il motivo del viaggio. - Dove stai andando di preciso? – - Voglio cercarmi un alloggio abbastanza economico da poter rimanere il tempo necessario per trovarlo. Ma prima vorrei anche mangiare qualcosa – - Ti offro io il pranzo oggi, stai tranquilla. Così ti mostro un ristorantino italiano dove si mangia bene e si spende poco – - Il posto ideale! – - Sì, vedrai che ti piacerà. E dopo ti aiuterò a trovare un appartamentino, anche se… veramente… io un’idea l’avrei – - Quale? – - Nel mio ci staresti anche tu, è abbastanza grande – - Non posso approfittare della tua generosità – - Perché no? – - Non ti sentiresti più libero – - Fino a quando rimani ci aiuteremo a vicenda, potremmo aver bisogno l’uno dell’altra! Io forse ho bisogno di te, ma tu non hai bisogno di me. Sarò molto occupata a cercare il mio amore e poco in casa a rendermi utile, anche se dovrei ricambiare il favore, aiutandoti un po’ in casa – - Senti, tu puoi fare quello che vuoi, non mi devi niente e non devi neanche pensare che io ne approfitterò. Tu sei un’amica e un’italiana come me ed io ti aiuterò volentieri, ma in piena libertà. Se avrai delle richieste, sarò contento di esaudirle e se avrai delle lamentele, le ascolterò e vedrò di rimediare, ma soprattutto farò in modo che tu abbia una buona permanenza. Se vuoi, ti aiuto anche a cercare il tuo ragazzo per dimostrarti che non ho mire su di te. – - Questo non l’ho mai pensato, ma se vengo a stare con te, tutti lo penseranno! – - Tutti eh?! Si vede che vieni da un paesino di provincia! Qui ognuno è troppo occupato a pensare ai fatti propri per fare pettegolezzi o per curarsi degli altri, specialmente se sei straniero. Gli amici sono amici veramente e gli estranei sono estranei nel vero senso della parola. Ma i bagagli dove li hai? – - Li ho lasciati in deposito fino al momento di trovare una sistemazione – - Allora andiamo a ritirarli oggi pomeriggio! Ti accompagno, così ti faccio da guardia del corpo. E’ pericoloso per una ragazza viaggiare da sola, potresti incontrare brutte compagnie in metropolitana. Sei già stata fortunata a non trovare nessun brutto tipo venendo qui. - Allora ti ha mandato proprio il mio angelo custode! – - Sono io il tuo angelo custode, in persona. Sono abile per questo ruolo? – le chiede facendo un giro su se stesso. - Vai benissimo! –
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