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Ornella del Lago - Antefatto -

Ornella del lago - Di Gf. Strafella - 2000


ANTEFATTO

Un giorno passavamo per la strada che costeggia il lago Toblino, un percorso usuale per quella linea, occasionale, compagna di quel breve viaggio, una giovane donna, che rientrava a casa, in Andalo, dopo una giornaliera lezione all’Università.
Conversammo come solito del più e del meno ma in prossimità del castello Toblino, mi fermai un attimo a decantare il lago, il bel paesaggio coronato dai monti sovrastanti ed il castello, che si sposa con l’acqua del lago come se si fondessero in una sola cosa.
Un complesso di bellezza unico ma non raro in Trentino.
La giovane donna rimase meravigliata dal mio modo, molto affettuoso, di descrivere quei posti, mi lasciava parlare senza aggiungere niente, dissi che mi ero innamorato a prima vista al mio primo approccio con quei posti: Il lago, il castello in particolare, tanto che avevo pensato di ambientarvi un racconto fantastico.
Iniziai il mio racconto, ancora in cantiere, lei mi ascoltava affascinata, fino alla fine della storia.
Mi chiese se intendevo proseguire sino alla pubblicazione del racconto, io le risposi che avrei messo nero su bianco ma solo per il piacere di raccontare ad altri, e se ne avessi avuto l’occasione, magari, presentandolo ad un concorso.
Per il momento quella storia l’avrei depositata nella cartella dei miei vari lavori.
Nel salutarci, alla stazione dei bus, mi chiese se, una volta completata, le avrei fatto, almeno, avere una copia della storia. Per me l’imprevista richiesta fu piacevole e promisi che l’avrei fatto volentieri ma non l’ho ancora fatto perché non so dove trovarla.
Ci lasciammo con questo, diciamo, piccolo impegno da parte mia. Dopo parecchi giorni mi sono ricordato di quella storia, ancora in embrione nella mia mente, ed ho iniziato ad appuntare alcune idee ma alla rinfusa.
Giorni dopo, visitando le cartelle nel computer, ho per caso, ritrovato quei file ma li ho richiusi perché avevo da fare altro. Poi nello scorrere le cartelle dei file ricompariva questo lavoro, anzi, per meglio dire queste nuove idee da riordinare in un, vero, racconto.
Di tanto in tanto riprendevo quei file modificavo qualcosa, aggiungevo dei periodi, sostituivo luoghi e personaggi, fatti essendo una storia fantastica potevo variare a mio volere tutto ciò che non mi dava soddisfazione.
Ma la storia, come in un sogno irreale, tornava nella mia mente come l’avevo immaginata in origine.

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