Leonor - Di Diego Galdino
"Scommetto, che ti ha portato
a conoscere il signor James Ines"
"Come lo sai?"
"E' una tappa obbligata. Quando mio padre va a Saint Ives,
non può non andarlo a trovare. E' sempre stato convinto,
che se avesse avuto diciamo, un buono sponsor, sarebbe diventato
il più grande pittore naturalista del novecento. Come avrai
potuto vedere, nel suo atelier, ci sono quadri di rara bellezza."
Giorgio le rispose arricciando il naso.
"Già, un vecchietto veramente simpatico, un po' strano,
però simpatico. Appena ha saputo da tuo padre che ero il
fidanzato di Meg, mi ha squadrato da capo a piedi e poi ha sparato:
Ma non sei troppo vecchio, per una biondina come Meg? Ti converrebbe
prenderti la sorella. Dovrebbe avere la tua stessa età!"
Leonor scherzando, si finse arrabbiata, aggrottando le sopracciglia.
"Fantastico! La prossima volta che lo andrò a trovare,
mi sentirà! Darmi della vecchietta. A me! Che potrei essere
tua figlia."
Giorgio le diede un pizzicotto sul braccio.
"Comunque, se ti può far piacere.. .ma a questo punto
credo proprio di no. Ho fotografato tutti i quadri esposti nel
suo atelier e scriverò nella mia rivista un articolo su
di lui."
"Caspita! Mio padre ne sarà entusiasta. Sai in realtà
credo che ti ci abbia portato apposta. Ha sempre sperato di poter
essere lui lo sponsor di cui ti parlavo."
Quella sera Meg, dopo aver parlato con Giorgio, desiderò
parlare anche con Leonor.
"Allora? Che te ne pare?"
"Meg, è qui da appena due giorni. Come pensi che possa
risponderti? Aspetta, però. Di una cosa, sono già
sicura. Adesso, siete in due ad esserne innamorati. Sì,
perché papà, non lo molla più un attimo.
Lo porta in giro, ci gioca a scacchi, ci parla in continuazione.
Da quando Giorgio è qui, sembra rinato. E' più attivo,
più socievole, oserei dire quasi felice. Quindi, credo
che puoi stare tranquilla. Per la benedizione paterna, non dovresti
avere problemi."
"Sono contenta di sentirtelo dire. Ma a me, il giudizio positivo
di papà, non basta. Io voglio quello di una donna.il tuo,
Leonor."
"Lo sai Meg; io devo lavorare tutto il giorno, ho pochissimo
tempo per socializzare con lui. Sono sicura che il giudizio di
nostro padre, possa bastare per entrambi."
"Non riesco a capire, perché ti mantieni così
sul vago? Non ti vuoi sbilanciare?"
A quella domanda, Leonor s'irrigidì. Stranamente quelle
domande su Giorgio, cominciavano a infastidirla.
"Mi mantengo sul vago, perché non mi piace dare giudizi
su persone che neanche conosco. Poi, ho ancora parecchi giorni
per completare i miei studi. Così potrò relazionarti
in maniera esauriente, in merito all'esperimento che stiamo conducendo
sul nostro paziente."
La risposta infastidita di Leonor, fece capire a Meg che non era
il caso d'insistere.
"Va bene ho capito, ti lascio in pace. L'importante, è
che non l'hai trovato antipatico."
E come potevo. pensò Leonor.
La mattina seguente, in biblioteca, tutto procedeva tranquillamente
come di consueto. Leonor, era seduta alla sua scrivania e stava
controllando, dei cataloghi di libri nuovi da acquistare. Sarebbero
dovuti servire, a rimpinguare alcuni scaffali, rimasti desolatamente
vuoti.
La giunta comunale, le aveva promesso già da diverso tempo
nuovi fondi per rinnovare, finalmente il materiale didattico della
biblioteca. Ma ormai non ci sperava più; era arrivata alla
quarta telefonata di sollecito e nessuna risposta positiva era
mai giunta dagli uffici amministrativi di Penzance. Da quando
suo padre, le aveva lasciato quel posto di direttrice, per andare
in pensione, si era sempre battuta per cercare di dare all'ambiente,
un aspetto più moderno. La sua intenzione infatti, era
provare a svecchiare quelle sale, ormai consunte e logorate dal
tempo. Ma purtroppo, al sindaco e ai suoi consiglieri, sembrava
non importare nulla, del disfacimento in cui versava la biblioteca.
Era come se a loro, interessasse molto di più preservare
quelle ragnatele, che erano divenute con il passare del tempo,
vere e proprie opere architettoniche, sparse in quasi tutti gli
angoli dell'edificio.
La necessità di dare agli abitanti della loro cittadina,
un posto valido dove poter leggere e fare ricerche, non li aveva
mai sfiorati. Eppure, dei paesi limitrofi, Penzance era l'unico
ad avere una biblioteca; quindi sarebbe dovuta servire a soddisfare,
il fabbisogno di una grande moltitudine
di persone.
Ma era inutile continuare a farsi del male, con quei ragionamenti
utopistici. Non l'avrebbero portata da nessuna parte. Avrebbe
dovuto arrangiarsi con quello che aveva. Fino ad allora vi era
riuscita, concludendo qualche buon affare, sfogliando alcuni di
quei cataloghi come quello che teneva fra le mani in quel momento.
All'improvviso, un tonfo tremendo accompagnato da un trambusto
indecoroso per una biblioteca, la fece sobbalzare dalla sedia.
Non aveva ancora realizzato cosa poteva essere successo, quando
July, la sua segretaria, spalancò la porta rossa in viso
con un espressione di sgomento dipinta sul volto.
Leonor si alzò di scatto.