Home » Tempo Libero » Letture » Leonor » Leonor - pag. 8 -

Leonor - pag. 8 -

Leonor - Di Diego Galdino



"Scommetto, che ti ha portato a conoscere il signor James Ines"
"Come lo sai?"
"E' una tappa obbligata. Quando mio padre va a Saint Ives, non può non andarlo a trovare. E' sempre stato convinto, che se avesse avuto diciamo, un buono sponsor, sarebbe diventato il più grande pittore naturalista del novecento. Come avrai potuto vedere, nel suo atelier, ci sono quadri di rara bellezza."
Giorgio le rispose arricciando il naso.
"Già, un vecchietto veramente simpatico, un po' strano, però simpatico. Appena ha saputo da tuo padre che ero il fidanzato di Meg, mi ha squadrato da capo a piedi e poi ha sparato: Ma non sei troppo vecchio, per una biondina come Meg? Ti converrebbe prenderti la sorella. Dovrebbe avere la tua stessa età!"
Leonor scherzando, si finse arrabbiata, aggrottando le sopracciglia.
"Fantastico! La prossima volta che lo andrò a trovare, mi sentirà! Darmi della vecchietta. A me! Che potrei essere tua figlia."
Giorgio le diede un pizzicotto sul braccio.
"Comunque, se ti può far piacere.. .ma a questo punto credo proprio di no. Ho fotografato tutti i quadri esposti nel suo atelier e scriverò nella mia rivista un articolo su di lui."
"Caspita! Mio padre ne sarà entusiasta. Sai in realtà credo che ti ci abbia portato apposta. Ha sempre sperato di poter essere lui lo sponsor di cui ti parlavo."
Quella sera Meg, dopo aver parlato con Giorgio, desiderò parlare anche con Leonor.
"Allora? Che te ne pare?"
"Meg, è qui da appena due giorni. Come pensi che possa risponderti? Aspetta, però. Di una cosa, sono già sicura. Adesso, siete in due ad esserne innamorati. Sì, perché papà, non lo molla più un attimo. Lo porta in giro, ci gioca a scacchi, ci parla in continuazione. Da quando Giorgio è qui, sembra rinato. E' più attivo, più socievole, oserei dire quasi felice. Quindi, credo che puoi stare tranquilla. Per la benedizione paterna, non dovresti avere problemi."
"Sono contenta di sentirtelo dire. Ma a me, il giudizio positivo di papà, non basta. Io voglio quello di una donna.il tuo, Leonor."
"Lo sai Meg; io devo lavorare tutto il giorno, ho pochissimo tempo per socializzare con lui. Sono sicura che il giudizio di nostro padre, possa bastare per entrambi."
"Non riesco a capire, perché ti mantieni così sul vago? Non ti vuoi sbilanciare?"
A quella domanda, Leonor s'irrigidì. Stranamente quelle domande su Giorgio, cominciavano a infastidirla.
"Mi mantengo sul vago, perché non mi piace dare giudizi su persone che neanche conosco. Poi, ho ancora parecchi giorni per completare i miei studi. Così potrò relazionarti in maniera esauriente, in merito all'esperimento che stiamo conducendo sul nostro paziente."
La risposta infastidita di Leonor, fece capire a Meg che non era il caso d'insistere.
"Va bene ho capito, ti lascio in pace. L'importante, è che non l'hai trovato antipatico."
E come potevo. pensò Leonor.

La mattina seguente, in biblioteca, tutto procedeva tranquillamente come di consueto. Leonor, era seduta alla sua scrivania e stava controllando, dei cataloghi di libri nuovi da acquistare. Sarebbero dovuti servire, a rimpinguare alcuni scaffali, rimasti desolatamente vuoti.
La giunta comunale, le aveva promesso già da diverso tempo nuovi fondi per rinnovare, finalmente il materiale didattico della biblioteca. Ma ormai non ci sperava più; era arrivata alla quarta telefonata di sollecito e nessuna risposta positiva era mai giunta dagli uffici amministrativi di Penzance. Da quando suo padre, le aveva lasciato quel posto di direttrice, per andare
in pensione, si era sempre battuta per cercare di dare all'ambiente, un aspetto più moderno. La sua intenzione infatti, era provare a svecchiare quelle sale, ormai consunte e logorate dal tempo. Ma purtroppo, al sindaco e ai suoi consiglieri, sembrava non importare nulla, del disfacimento in cui versava la biblioteca. Era come se a loro, interessasse molto di più preservare quelle ragnatele, che erano divenute con il passare del tempo, vere e proprie opere architettoniche, sparse in quasi tutti gli angoli dell'edificio.
La necessità di dare agli abitanti della loro cittadina, un posto valido dove poter leggere e fare ricerche, non li aveva mai sfiorati. Eppure, dei paesi limitrofi, Penzance era l'unico ad avere una biblioteca; quindi sarebbe dovuta servire a soddisfare, il fabbisogno di una grande moltitudine
di persone.
Ma era inutile continuare a farsi del male, con quei ragionamenti utopistici. Non l'avrebbero portata da nessuna parte. Avrebbe dovuto arrangiarsi con quello che aveva. Fino ad allora vi era riuscita, concludendo qualche buon affare, sfogliando alcuni di quei cataloghi come quello che teneva fra le mani in quel momento.
All'improvviso, un tonfo tremendo accompagnato da un trambusto indecoroso per una biblioteca, la fece sobbalzare dalla sedia. Non aveva ancora realizzato cosa poteva essere successo, quando July, la sua segretaria, spalancò la porta rossa in viso con un espressione di sgomento dipinta sul volto.
Leonor si alzò di scatto.

© Riproduzione Riservata
CONDIVIDI

GOOGLE ADS